SherlockED
Potrei parlare del nuovo film di Batman, che ho visto ieri sera; oppure della serie Wilfred, bizzarro suggerimento datomi da un cliente americano durante un tour di quest’estate e che sto seguendo a spizzichi e bocconi.
Potrei, ma non lo farò; non questa volta, almeno.
Voglio parlare invece di una serie suggeritami da Valentina ed Andrea, e che mi sono bevuto con gran piacere (almeno, le prime due stagioni, visto che la terza non uscirà ancora per qualche mese): Sherlock, ovvero le avventure dell’investigatore Holmes e del suo amico Watson nella Londra di inizio secolo... ma questo, di secolo: tutto è attualizzato, ci sono cellulari ed internet, epperò le storie riprendono quelle famose scritte da Conan Doyle. Il confronto, almeno per me che sono digiuno dei romanzi, va ai due film con Robert Downey Junior, e il confronto si fa facile specialmente con il secondo di quelli e il terzo episodio della seconda serie, quando Sherlock e il suo arcinemico Moriarty vengono finalmente al dunque. E’, questo Sherlock della BBC, al solito acutissimo ed intelligentissimo, attento ai dettagli e molto, molto inglese; a differenza dell’altro, è meno portato al pugilato, e più all’amicizia con alcuni dei personaggi che lo circondano. Watson, dal canto suo, è meno violentemente attivo ma più attento alla parte emozionale del loro rapporto; è, inoltre, in molti casi il motore della sussistenza dell’investigatore (o consulente della polizia che dir si voglia), procurandogli lavoro grazie alla pubblicità che ne fa nel suo blog. Ma è Moriarty quello che, a mio parere, ne guadagna in questa serie: è un personaggio geniale, un "ragno che sa esattamente dove conduce ogni filo della sua tela", un cattivo allo stato pure che ricorda moltissimo il Joker di Batman (ecco, lo sapevo che alla fine veniva menzionato, il cavaliere oscuro)... la scena iniziale del sesto episodio, per esempio, con la musica in sottofondo, è illuminante sulla sua capacità di dirigere l’orchestra... c’è molto del Batman di Nolan, una spruzzata di Arancia Meccanica, e anche un po’ dell’Unbreakable con Bruce Willis, dove veniva teorizzata l’impossibilità di esistere di un supereroe senza il suo doppio, il supernemico: coppie quantiche di particella ed antiparticella, che escono a volte dal nulla e nel nulla, a volte, ritornano. Watson e Moriarty, il ricciolone disadattato e il bravo giovine della porta accanto, uniti in un destino che non si riesce ad evitare né a cambiare, fino al punto di non ritorno.
E ora, dopo la caduta, come continuerà la storia? Watson, lo sappiamo, ha già fatto i bagagli e se n’è tornato nella Terra di Mezzo...
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inserita il 03/09/2012
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