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Continuiamo così, facciamoci del male

Continuiamo pure così, facciamoci del male... in un mio commento (Quel che fa paura) del 23 marzo scorso in questo blog parlavo di come due chiamate alle urne quest'anno avrebbero potuto cambiare il nostro futuro: il referendum britannico sulla Brexit e le elezioni presidenziali americane.

Beh, pare proprio che in tutti e due i casi Taffazzi abbia vinto sul buon senso: fatto salvo il diritto di ogni popolo di decidere come vuole, a me sembra che paure spesso non ben identificate abbiano avuto la meglio sul pensiero razionale. Ovvero, invece di scegliere con la testa, sia i britannici a giugno (prevalentemente, inglesi e gallesi, visto che scozzesi e nord-irlandesi ci tengono a specificarlo) che gli americani in queste ultime settimane (le loro elezioni vanno avanti per un po' di tempo, dato che accettano il voto anticipato e quello per posta) si son fatti guidare dalla pancia ("guts", ovvero interiora, direbbero loro). Salvo poi (almeno i britannici) pentirsene il giorno dopo.

"Chettefrega", dirà magari qualcuno di voi, "tanto a te non ti cambia niente!". Ecco, no, non è così: perché, a parte il fatto che il ribasso (conseguenza della decisione sulla Brexit) della sterlina ha inciso sia direttamente sul mio stipendio (che, per parte dell'anno arriva giusto in sterline) sia sulla generosità delle mance e sia sulla stessa quantità di viaggiatori britannici che vengono in America Latina (e speriamo che non succeda lo stesso col dollaro, se no meglio che vada a lavorare in Camerun per la ben nota Pizza di Fango - citazione colta!), è bello pensare che queste cose rimarranno isolate all'interno dei loro confini, ma è altrettanto sciocco, ché così non sarà.

Anzi, potrebbero fare da esempio, e creare un effetto a valanga. Perché, nel momento in cui tutti si comincia a pensare "loro hanno fatto quello che volevano, ora tocca a noi", la pancia ci mettiamo a seguirla tutti.

E le occasioni non mancano:

  • 4 dicembre 2016: referendum costituzionale in Italia, con ottime possibilità che la pancia (= pro o contro Matteo Renzi) abbia la meglio sulla testa (= modifica o meno della Costituzione);
  • 23 aprile 2017: elezioni presidenziali in Francia, con ottime possibilità che la pancia (= la Destra di Marine Le Pen) abbia la meglio sulla testa (= altri partiti, meno fascisti);
  • agosto o autunno 2017: elezioni federali in Germania, con ottime possibilità che la pancia (= pro o contro la politica di apertura agli immigrati di Angela Merkel) abbia la meglio sulla testa (= futuro della Germania e dell'Europa)

Cosa ne uscirà? Io al momento non riesco a sprizzare ottimismo da tutti i pori come mio solito, e sono preoccupato per la situazione che si sta creando.

La politica, quella vera, dovrebbe creare il futuro; sembra, invece, che si stia accartocciando lentamente sul presente...


Commenti

Il giorno 10/11/2016, valentina ha scritto:
Con mia grande sorpresa, ieri in tutte le classi ho moderato un dibattito sulla questione, perchè le classi erano in fibrillazione: tutti preoccupati per la questione ambientale, per i muri che si erigeranno, e per lo scenario apocalittico di una nuova guerra mondiale. Non capita così di frequente che degli adolescenti siano scossi dalla cronaca. Un filo di speranza si alza sull'orizzonte (scuro). ;-)
Il giorno 10/11/2016, Massielena ha scritto:
Interpreto questi ultimi voti come elemento di protesta dei cittadini che sono stanchi di sistemi di governo oramai basati solo ed unicamente su interessi personali o di gruppi ristretti o di lobbies.
Il problema è che la protesta non viene nemmeno presa in considerazione dalla classe politica che ormai assuefatta ai benefit che in abbondanza riceve per essere "lassù" aspetta che un po' di acqua passi sotto i ponti per poi ritornare e riciclarsi.
Ma cambiare davvero non deve essere frutto di ignoranza; deve essere scelta consapevole aiutata anche dallo scendere in campo in prima persona, cosa assai difficile in questo periodo storico perchè i vecchietti cercano di farti fuori ad ogni costo (vedi come è stata trattata la Raggi a Roma). Insomma la matassa è intricata e molto.
Credo che una prima soluzione dovrebbe essere quella di eliminare i professionisti della politica facendoli ritornare al loro posto, ovvero non in parlamento per chissà quanti anni, ma nei loro partiti. Ad amministrare ci si dovrebbe stare al massimo un paio di mandati, poi via per sempre; così forse un po' di rinnovamento ci sarebbe.
Il giorno 10/11/2016, Daniele ha scritto:
Vale la pena rileggersi due articoli scritti nello scorso luglio dal famoso regista Michael Moore sul perché Trump avrebbe vinto (http://www.huffingtonpost.it/michael-moore/5-motivi-per-cui-donald-trump-vincera_b_11166616.html) e sulle 5 cose da fare per impedirglielo (http://www.huffingtonpost.it/michael-moore/cinque-modi-per-assicurarci-che-trump-perda_b_11427096.html) per capire dove i Democratici americani (intesi come partito e come elettori) hanno perso la loro battaglia. Lungimiranti, come quasi sempre sono le sue analisi, fanno pensare ad una Cassandra condannata a non essere ascoltata.

@Valentina: Barack Obama l'ha pur detto: "comunque vada, domani sorgerà ancora il sole".

@Massielena: è proprio quello il punto: uno è stufo di interessi personali e gruppi ristretti e lobby, e per protestare vota Berlusconi o Trump? No, è una scelta stupida, dettata dall'IGNORANZA (nel senso di ignorare); piuttosto, ti armi di coraggio, e voti per Berny Sanders alle primarie, invece di turarti il naso e votare per la Clinton; e molti analisti dicono che Sanders avrebbe vinto, in un confronto con Trump. Aggiungo che Trump è proprio un non-professionista della politica; se la "prima soluzione", ovvero la trita e ritrica cantilena del "via i politici dai luoghi della politica" ha questi risultati, allora siamo ben messi...
Il giorno 10/11/2016, Massielena ha scritto:
Non è che i politici devono andar via dai luoghi della politica (parlamento, senato, governo); per me possono anche starci, ma per un tempo limitato.
E comunque la mia esperienza mi insegna che non serve essere professionisti per fare politica; serve del tempo per imparare, avere persone che ti formano e poi ci si può anche impegnare per alcuni anni al servizio della comunità.

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inserita il 10/11/2016
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