(continua il nostro viaggio virtuale in America del Sud)

Il porto più importante della costa pacifica sudamericana, almeno una volta: questo era Valparaiso, prima che gli americani aprissero il Canale di Panama.

Ora è invece una meta turistica, con la sua quarantina di quartieri abbarbicati sulle pendici dei colli che circondano la baia.

La mia Valparaiso, quella che vi mostro oggi, non è solo quella patinata dei tour organizzati, che fanno vedere solo i quartieri puliti patrimonio dell'Unesco, ma quella dove la gente vive, e dove gatti e murales la fanno davvero da padroni (anche se, ormai, di gatti non se ne vedono poi più tanti).

Partiamo all'alba delle 8 da Santiago, e durante le quasi due ore di trasferimento verso la costa con il nostro minibus vi racconto dell'influsso del Pacifico sulle vigne di questa zona, della smania di scrivere a grandi lettere i nomi dei borghi quasi fossero tutte Hollywood, della devozione dei cileni. 

Poi, arrivati, diamo uno sguardo al Congresso spostato qui da Pinochet, e andiamo a visitare la casa di Pablo Neruda, una delle tre che il sommo poeta comunista si era regalato.

Lasciato il nostro autista, vi porto per una lunga passeggiata su e giù per le scalinate di questa strana città, mostrandovi i suoi lati oscuri e, ovviamente, anche quelli chiari. Incontriamo dei ragazzi che stanno dipingendo un murale, e Max fa sfoggio del suo fluente spagnolo per... no, niente, meglio che traduca io questa volta :) Ci raccontano del loro lavoro, di come lo impostano, di come scelgono il muro ed il disegno; io ammiro le loro opere d'arte, non saprei neppure da che parte cominciare, sono davvero bravi.

Nella panetteria migliore della città scopriamo come fanno le empanadas, e una ce la sbafiamo subito mentre l'altra la teniamo per pranzo.

Prendiamo gli ascensori per risparmiarci un po' di scale, poi sono altre decine e decine di murali, tanto che le macchinette fotografiche faticano a tenere il nostro ritmo. Pranzo con vista, caffé in un locale caratteristico, poi impariamo una nuova tecnica di stampa fotografica. Dal passaggio yugoslavo il porto visto dall'alto ci mostra le navi da guerra e quelle mercantili, e allora vi scendiamo per vederlo da vicino, oltre le alte torri della dogana. Ma che noia quegli uomini che cercano a tutti i costi di convincerci a salire sui loro barcozzi per un giro della baia, e che tristezza la statua di Cristoforo Colombo, semiabbandonata!

Un altro ascensore fino ad un altro belvedere, poi prendiamo la via del ritorno perché abbiamo appuntamento in un vigneto, per una visita guidata e un assaggio, ché non si può passare da Santiago senza provarne i vinelli...

Ritorniamo alla capitale e andiamo a mangiare qualcosa, poi è ora di fare i bagagli per prendere il bus notturno per Pucon. Ah, che gran comodità questi bus cileni: i sedili si reclinano quasi del tutto, accogliendoti come la più comoda delle poltrone, mentre noi viaggiamo per centinaia di chilometri verso la regione dei laghi.