Elizabeth è appena partita, il suo profumo ancora aleggia per la mia stanza, eppure è ora di rimettersi al lavoro: il giorno 7, a Verona, si terrà l’esame scritto per la licenza di accompagnatore turistico, ed io ho tempo fino ad allora per terminare la mia preparazione.

Ce la farò? Non ce la farò? Difficile a dirsi, c’è molto da studiare ancora: avevo cominciato qualche settimana fa, ma poi ho interrotto per 15 giorni per potermi dedicare a faccende più private (mettiamola così!), ora ne ho altri 10 (circa) per finire e ripassare il tutto. Sperando di passare l’esame scritto, per poi avere altro tempo per preparare meglio gli orali (più d’uno: ho scelto anche inglese e spagnolo come lingue straniere).

Il motivo di questo sbattersi tanto (e aver rinunciato ad un paio di tour che mi erano stati offerti nel mese di maggio) è che quella licenza è requisito quasi imprescindibile per svolgere il lavoro di accompagnatore turistico in Italia per compagnie italiane (se lo fai all’estero per compagnie italiane, o in Italia per compagnie straniere, allora le cose sono un po’ diverse, e di fatto scantoni). Inoltre, sempre più compagnie italiane richiedono una qualche certificazione, anche se detto tra noi di tutte le cose che sto studiando ora me ne servirà (servirebbe) forse una quinta parte... ma tant’è!

Intanto, anche il concorso per il premio Wanderlust per il miglior tour leader dell’anno va avanti: come preannunciato in questo blog, e come appare sia nella pagine del numero di maggio della rivista sia nel sito web della stessa, sono stato nominato nella lista degli 8 candidati finali. Per tutto maggio raccoglieranno ulteriori elementi per scegliere, tra quegli 8, quelli che verranno premiati a Londra in autunno. Devo dire che è già un grande onore essere arrivato fin lì, ma certo se poi venissi invitato alla cerimonia sarebbe ancora più fantasmagorico, anche perché a quanto pare ci sarà Bill Bryson, mio scrittore di viaggi (vivente) favorito.

Continuiamo pure con l’incrocio delle dita, insomma...