Oggi è il compleanno del mi' babbo.

Anzi, per meglio dire, sarebbe il compleanno del mio babbo, se non fosse venuto a mancare qualche anno fa.

Penso a lui spesso, in modo sereno ormai, perché dopo tutto la morte è parte della nostra esistenza; e perché le persone (tranne alcuni, come Jan Palach, per dirne una) non credo vadano ricordate per la loro morte bensì per quello che hanno fatto in vita.

E mio padre è stato una brava persona, di sani principi e di un'ironia strana di cui ci siamo nutriti tutti, in famiglia. Lo sa bene chi l'ha frequentato, e credo se ne fosse accorto anche chi lo aveva solo conosciuto di striscio, che poi è un po' quello che facciamo con tanti altri esseri umani che, come noi, girovagano su questa Terra.

Chissà che avremmo fatto, oggi. Io sono in tour, tanto per cambiare, quindi gli avrei telefonato per fargli gli auguri e poi, immagino, avremmo trovato il modo di festeggiare uno dei prossimi giorni, magari nell'appartamento al lago di Garda che gli piaceva tanto e per mettere a posto il quale si era dato un bel po' da fare. Tutta la famiglia assieme, nipotastri compresi, ché Marco sarebbe davvero il suo piccolo eroe e Anna la (ormai) ragazza di cui andare fiero e di cui seguire le gesta sportive e musicali.

Auguri quindi, papà (anche se non so se c'è qualche posto in cui tu possa riceverli, credo al fatto che farteli non possa poi far tanto male all'Universo).