Tralasciamo, per una volta, i draghi, le streghe e i resuscitatori (anche se quella scena del quinto episodio, insomma insomma, da da pensare, anche solo per capire se il "god of light" è lo stesso di Melisandre e del suo pupazzo - pardon, re - Stannis).

E tralasciamo anche le bimbe squamose letterate, quelle incicciottite che vogliono giocare ad essere grandi, e quelle grandi che si fanno abbindolare dalla prima sorella di principe finocchio che gli si presenta davanti.

Parliamo invece di quello che sta accadendo a Jaime, detto "sterminatore di re" (ma chi le fa le traduzioni in italiano?) da chi gli vuole bene, e "stallone" da sua sorella. Da quando è in tournee per Westeros, prima trascinato e poi accompagnato da quel fiorellino che è Brienne di Tarth, sembra molto più introspettivo e serio di come si era sempre mostrato in precedenza (prima era il fratello "diversamente alto" il saggio del gruppo, ora si comincia a fare confusione). La perdita del suo "mezzo di distruzione di massa" (uso frasi criptiche per non spoilerare troppo per i miei lettori che non sono ancora arrivati a quel punto, ovviamente), poi, lo getta prima nello sconforto, poi nella rabbia, poi ancora più nel profondo. Si sente solo, forse, per la prima volta, e cerca qualcuno di cui fidarsi, e con cui confidarsi. Ma, a ben ascoltare quello che racconta nella vasca da bagno, solo lo è sempre stato, fin da quando Ned Stark lo incontrò nella sala reale, la sua spada ancora sporca del sangue del "re pazzo".

Cosa sta riservando Ciccio Martin a questo personaggio? Quanto lo farà cambiare? E quanto cambierà il nostro modo di vederlo?

Sono domande che al momento restano sospese, ma è sicuro che ora i riflettori sono puntati su quei due, e sul loro incredibile, lungo ed inutile (Arya non c’è già più, a King’s Landing, e sua sorella potrebbe partirne presto) viaggio...