Perché spesso quelli che sono sempre pronti a fare la morale agli altri, su qualsivoglia argomento, sono poi i primi a ricadere nello stesso peccato?

Alla fine di luglio, ho terminato il mio rapporto di collaborazione con il settimanale VicenzaPiù, perché nonostante le mie buone intenzioni e disponibilità non sono mai riuscito a discutere con la proprietà del prolungamento della stessa, magari anche con nuovi incarichi aggiuntivi, e perché i pagamenti per il lavoro che facevo arrivavano sempre più in ritardo, con scuse e/o silenzi che ormai ritenevo delle prese in giro.

Ora, e siamo a novembre, sto ancora aspettando il saldo di quanto mi è dovuto. Ho inviato varie e-mail per sollecitare la cosa, e di nuovo silenzi e scuse. Mi sono stufato, ed ho inviato una lettera di messa in mora; tra qualche giorno, scaduto il tempo prefisso, presenterò una denuncia all'autorità giudiziaria.

Cosa non nuova, forse, per molti di voi.

Ma perché, mi chiedo, in Italia bisogna troppo spesso arrivare a questo punto? E perché sono troppo spesso quelli che parlano della scorrettezza (o degli inciuci) degli altri, i primi a non dare il buon esempio? Il mio lavoro l'ho fatto, apparentemente anche bene dato che non ho raccolto lamentele di alcun tipo, quindi perché non pagare in tempi corretti? Perché lasciare passare i mesi, ignorare i propri collaboratori (o ex tali), far finta di nulla oppure accumulare scuse su scuse? E con che faccia poi si scrivono gli editoriali sul comportamento degli altri?

Domande senza risposta, tanto per cambiare...