Sono appena tornato da una crociera in barca a vela tra le isole Whitsundays, qui sulla costa est. E vorrei raccontarvela. Ma, prima, devo dire che sono annichilito da quanto successo in quella scuola: non capisco quelle donne, non capisco quei soldati, non capisco questo sangue. Che è anche mio, è anche nostro... :-(

Con quattro rappresentanti del Partito Sardo D'Azione (Paola, MariaTeresa, Giovanna e Silvia) ho preso la corriera notturna da Cairns ad Arlie Beach; qui, dopo aver scaricato gli zaini in ostello, abbiamo fatto un pò d'indagini fino a trovare una bella barca, la Enid, con una bella offerta: 3 giorni/2 notti per 326 dollari, tassa del Parco Marino inclusa. Con altre 12 persone, quasi tutti della nostra età, e 3 membri di equipaggio, abbiamo salpato le vele giovedì mattina e, dopo una giornata quasi tutta a vela (motore usato solo per uscire dal porto) siamo arrivati alla più grande delle isole dell'arcipelago; sbarcati, ci siamo goduti il magnifico panorama dall'alto di una collina, con sabbia ed acqua che si confondevano lungo la baia di Whitehaven in un turbinio di sfumature azzurrine (persino un granchio, cheho immortalato, era bluastro!). Spiaggia, e poi torniamo sulla barca per la cena, le chiacchiere, l'osservazione di volte stellate leggermente offuscata dalle luci di posizione dei natanti in rada.

Il venerdì ci muoviamo, e scivolando lungo la costa di altre isole facciamo varie soste per snorkellate; il bottino è ovviamente piùmagretto delle immersioni a nord, ma una tartaruga non me la toglie nessuno. Il tempo è stupendo, l'acqua tiepidina anche se il vento che soffia sulla pelle quando usciamo ci fa rabbrividire per un po'. Nella zona in cui passeremo la notte, noi 5 italiani ci facciamo sbarcare per un'oretta su una spiaggetta esposta dalla marea, e tra camminate e tiri di fresbee aspettiamo (e ci godiamo) uno splendido tramonto. A colpi di pane nutriamo dei grossi "batfish", che attendono impazienti il nostro ritorno vicino alla chiglia della barca, mentre ancora il labbro mi dolora un pochettino per il morso di uno dei pesciotti che abbiamo nutrito nel pomeriggio (ebbene sì: ho tenuto il pane in punta di bocca, e quello ha deciso che anche il mio labbro poteva essere succulento).
La serata è più tranquilla di ieri (l'irlandese Jamie non si sbronza di nuovo - ieri faceva la lap dance intorno all'albero maestro!!!), e le stelle più luminose: vedo Pegaso, lo Scorpione, Alpha e Beta Centauri, e pure Vega, Altair e Deneb (niente Nubi di Magellano, troppa luce).

È sabato, l'ultimo giorno. Nubeggia, pioviggina, fa freschino e nessuno ha voglia di fare snorkelling; in compenso, torniamo a scendere sulla spiaggetta di ieri sera, e da lì avvistiamo uno squaletto che nell'acqua bassa cerca - credo - cibo tartarugoso. Risaliti in barca, voltiamo la prua verso la base, ed arriviamo in rada in tempo per un pò di foto e per assistere agli ultimi scampoli della annuare "Fun Race", regata per modo di dire. Stasera ci aspettano un pò di bagordi, con gente che è già sbronza alle 17 (!); domani, probabilmente, andremo alla ricerca di ornitorinchi, e poi giù fino a Fraser Island.