Anita, che vende palle sul lago di Como
Sono di nuovo in dry run, parola (anzi, accoppiata di parole) inglese che in soldoni significa addestramento. Non per una nuova compagnia, ché sempre si tratta di Grand Circle, ma per un nuovo tour. Nuovo dopo quello delle riviere francese e italiana, che avevo conosciuto tra fine marzo ed i primi d'aprile e che poi ho effettuato a luglio, con un gruppo misto costituito da normali passeggeri e da membri dell'ufficio centrale di Boston, che a loro volta erano venuti in addestramento... eh già, non ci facciamo mancare niente, mica potremmo cominciare con un tour liscio liscio, no?!
Comunque, ora sono di nuovo in addestramento, per un tour che ripartirà (dopo anni di sosta ed ammodernamento) a settembre, ma che io vedrò, se va tutto bene, nel 2015, ché poi ad agosto ho già una seconda crociera, seguita da un tour in Giordania (per Travelsphere) e dai preparativi per tornare in America Latina (sempre perché non ci vogliamo far mancare niente). Il tour si chiama "Romantic Villages of Alpine Europe", soprannominato "Pikkoli fillaccetti romantici telle Alpi" da noi simpaticoni, ché nel giro si è tutti un pò simpaticoni e fan di Heidi. Si parte da Stresa, si sta un pò sui laghi, poi si va in Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e poi, per chi vuole, di nuovo in Austria. Il tutto in due settimane, con tante visite e tanti spostamenti.
Il che, essendoci abituato dal Centro America, non mi fa poi tanta paura. Mi intimorisce un pò di più il pensiero di saper dire solo "kartoffen" e "kartoffen mit wasser" in qualunque delle lingue germaniche, ma son cose che con un pò di sana fantasia italiana si superano.
Addestramento, dicevo: con altri spavaldi giuovini e giuovinette, guidati ed indirizzati da un paio di TL più esperti, e sotto l'occhio vigile delle nostre cape (vige un sistema matriarcale, almeno nella parte italiana di Grand Circle), stiamo percorrendo l'intero itinerario, incluse le escursioni extra e le parti che vengono offerte prima e dopo il tour, cercando di capire e scondensare tutto quello che ci è oscuro e condensato.
Prendete oggi, per esempio: partendo da Cernobbio, dove abbiamo passato la notte e dove ieri sera ho assistito ad un discreto concerto in riva al lago di una ignota cover band degli U2, siamo saliti sul traghetto che ci ha trasportato lungo questo "ramo del lago di Como" (differenziantesi da quello, che è a Lecco), facendoci vedere tutte le ville dei ricconi che erano, che furono (Versace) e che sono (Clooney in testa, ovviamente), mentre dal cielo si scaricava un bel pò d'acqua, in quest'estate che non pare un'estate. Arrivati a Bellagio, su quello spuntone che separa i due bracci (questo e quello) del lago, mentre la pioggia ancora non cessava, il nostro "capogita" del giorno, l'ottimo Luigi Arveda, assieme all'esperta Lisa ci ha dato le indicazioni logistiche, e poi siamo andati ad esplorare il luogo, divisi in mini squadre.
Un salto all'ufficio informazioni ha risolto il quiz del giorno (dove si trovano i due esemplari di gondola lariana ancora in funzione?), poi ci siamo avventurati per le stradine del luogo alla ricerca di qualche ristorante da suggerire poi in seguito ai clienti del tour. Tutto intorno, decine di turisti teutonici indecisi se continuare le loro escursioni o rintanarsi da qualche parte in attesa che la pioggia cessasse: anche le anatre, notoriamente avvezze all'umidità, non si facevano vedere tanto in giro, figurarsi quindi i germani(ci) normali...
Troviamo quasi subito un'enoteca, rintanata all'interno di uno dei suddetti vicoletti, e facciamo due chiacchiere con la cameriera, mentre lei sta mangiando prima che comincino ad arrivare i clienti e non ci sia più un attimo di respiro. Il posto è carino, servono formaggi e affettati o tortellini o risotto con il pesce persico, ma puntano molto - ovviamente - sui vini, di cui hanno larga scorta, specie di valtellinesi. Salutiamo, prendiamo bigliettino da visita e continuiamo a salire. Ci imbattiamo in un altro posto, seminascosto pure lui, dove offrono un buffet a 12 euri;il prezzo pare buono, e quindi approfondiamo. In realtà, per quella cifra ci si può servire un paio di piatti, più un dolce, più una bibita; ma a noi (che siamo Alessandro ed io, per la cronaca) va benissimo così, e ci abbuffettiamo, scambiando anche due parole con la cameriera colombiana ed il proprietario italiano (o, almeno, così sembra).
Poi, il colpo di culo (definizione tecnica): proprio davanti alla chiesa di San Giacomo, troviamo un negozietto che vende roba colorata. Fatta di pyrex, soffiato proprio come i vetri veneziani, ma trasparente. La signora Anita ne fa ninnoli per l'albero di Natale, colorandoli con delle pitture speciali tedesche che non bloccano la trasparenza e che non restano attaccate alle mani dopo un pò che maneggi i suddetti ninnoli. Sono più di 60 anni che vanno avanti con l'impresa, e sembrano andare bene, in un negozio reso colorato dai palloncini (di pyrex) appesi al soffitto e dalle palle (di Natale, di pyrex - le palle, non il Natale, almeno che io sappia) che invece stanno sugli scaffali, accanto ai gufetti che sicuramente mancano alla collezione di mia sorella (ma davvero non saprei come trasportarli incolumi per altre due settimane) ed alle coccinelle portafortuna. Anita è fiera di mantenere viva una tradizione pluridecennale, e anzi ci mostrerebbe l'intero procedimento se solo la normativa sanitaria e di sicurezza non glielo impedisse; così, si limita a raccontarci di com'è che si va avanti per tanto tempo credendo nella propria capacità di offrire qualcosa di speciale, anche se il prezzo non è (e non può essere) competitivo con quello dei cinesi. Il negozio è pieno, e non solo di colori: i turisti comprano, una signora venezuelana decide per 8 coccinelle e un alberello di Natale già pronto con i suoi penduli accessori, tutto impacchettato nella plastica con le bolle e dentro una scatola di cartone "porque el viaje es largo hasta la isla Margareta" (io traduco, con gran sollievo di Anita).
Missione compiuta: abbiamo tutte le informazioni che ci servono. Torniamo al punto d'incontro con gli altri, altro battello ed attraversiamo il lago fino a Villa Carlotta, con ulteriori indicazioni logistiche nel caso in cui i nostri clienti siano interessati a visitarla. Poi risaliamo sul pulmino che è venuto a pigliarci, e ci lasciamo guidare da Stefano verso Stresa, mentre ogni gruppo spiega agli altri che cosa ha scoperto, e si fanno le valutazioni e si tirano le somme della giornata. Giungiamo a Stresa verso le 18, il sole ha preso il posto delle nuvole, le isole borromee splendono sul lago Maggiore e il nostro hotel, il Bristol, ci si mostra in tutta la sua magnificenza. La piscina con idromassaggio è fuori che aspetta, devo correre, scusatemi...
Il negozietto dei ninnoli in pyrex di Anita si chiama LAVED, ma il sito web è invece http://www.christmas-glassornaments.com/
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@Chiara: Anita spedisce anche, e fa pure palle su ordinazione, tipo che le chiedi una o due principesse o dei cavallini alati (così, per fare degli esempi) ed ecco che subito ci si mette al lavoro.
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inserito il 01/08/2014
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