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Onde fica o banheiro?
La differenza è sostanziale, e non si vede solo al momento di pagare il biglietto (costa 120 reales, ossia circa 50 euri, questo viaggio Tabatinga-Manaus): il battello su cui ci imbarchiamo è a due piani, senza carichi che muggiscano o razzolino, ci sono inservienti che puliscono i ponti, i bagni hanno la carta igienica, ed i pasti sono abbondanti e nutrienti seppur monotoni (le variazioni, durante i 3 giorni e mezzo di navigazione, sono date solo dall'esaurirsi di alcune delle vivande).
Per quanto riguarda il grande fiume, questo che qui chiamano Rio de las Amazonas perché le donne indie lottavano sulle rive con lo stesso vigore dei loro uomini e che nel Perù dove nasce (sui vulcani vicino ad Arequipa) gli Inca chiamavano Apurimac che vuol dire Generale Fiume per le sue smisurate dimensioni, non ci sono novità sostanziali: è sempre più largo e, nonostante stia ancora terminando una stagione di secca come poche, io di acqua ne vedo davvero tanta intorno a noi. Pochi animali, come sempre: uno o due delfini che risalgono la corrente, e che tendono a pattugliare le zone antistanti gli approdi per (suppongo) pescare nelle acque smosse dalle imbarcazioni, e qualche uccello (solitamente pappagalli) che passa da una parte all'altra, o che riposa su un tronco fluttuante... ma sono pochi, i volatili, pensavo di vederne molti di più.
Cerco una canzone che possa fare da sottofondo a questo lento andare, frugo nella discoteca che ho in testa ma tutte sembrano troppo rapide: The River del Boss, Homeward Bound di Simon e Telefunken, Tunnel of Love dei Dire Straits suonata lenta lenta, War Child dei Cranberries, o l'inizio di Live & Let Die di Paul 'Beatlè McCartney... niente da fare, nessuna è abbastanza lenta... Vorrei ricordare le mosse del Saluto al Sole che mi avevano insegnato a lezioni di yoga, sul ponte superiore al mattino non c'è nessuno e finché non accendono la radio e la tv (contemporaneamente, giusto per infastidire chi prende il sole) si sta davvero bene, tutti dormono nelle loro amache dopo essersi svegliati il tempo necessario per fare colazione (ma perché la servono alle 7 del mattino???). Nella notte, la luna piena è un faro che illumina tutto, riverberandosi nelle acque marroni.
Per il primo giorno, ho fortuna: Josè da Silva, ingegnere elettromeccanico classe 1938, che nonostante possa stare in pensione continua a fare su e giù per il fiume per aggiustare motori elettrici, mi da lezioni di portoghese, implementando le scarse nozioni presenti nella mia guida di viaggio e, soprattutto, correggendo la mia pronuncia... O-je-je, o-je-je... chi ricorda il refrain di David Riondino (mitico raccontastorie), quando parlava di storie brasiliane terminando metà delle parole con le scontate 'djì e 'dje'? Beh, è vero, qui parlano davvero così, e sebbene non sia difficile per le mie italiche corde vocali ripetere quei fonemi, l'arduo è seppellire in profondità i sorrisi che affiorano di continuo sulle labbra... 'Onde fica o banheiro?' (dove sta il bagno?), mi ripete Josè, convinto che io non abbia capito... hei, sono italiano, mica scemo!
La gente si veste in modo differente, ed è differente: non mi stupisce che molti viaggiatori considerino il Brasile un Paese così sensuale, le donne (forse anche gli uomini, ma io non ci faccio troppo caso, a dir la verità) si muovono in maniera diversa, quasi seguendo il ritmo di qualche musica che sta nella loro testa.
Musica... River of Dreams, di Billy Joel, How Insensitive cantata da molti diversi, Swing Low Sweet Chariot, o anche Il Fiume e la Nebbia di Fiorella Mannoia... non va, non va...
Termino il terzo tomo della storia degli inca di Garcilaso de La Vega, ora non ho più niente da leggere con me tranne la guida al continente, per non annoiarmi studio Uruguay e Paraguay... I giorni della settimana, qui in Brasile, si contano con i numeri ordinali, a partire dalla domenica: così, la 'segundà è il lunedì, mentre la 'quintà è il ... bravi, avete indovinato: giovedì!
... mmm, forse la musica di Lupin III, quella lenta che si sente poche volte, che pare cominci con 'ashii, na-na-nashiii...', un pò triste ma non eccessivamente, sembra adatta per un autunno di foglie che cadendo danno spettacolo... vorrei il mio walkman, qui: stanno ascoltando Tiziano Ferro in italiano, credo sia Sere Nere (Che non c'è tempo / Non c'è spazio / E mai nessuno capirà / Puoi rimanere / Perché fa male male / Male da morire / Senza te), io vado giù un pò sulla mia amachina...
E il viaggio è passato, finale col bingo senza vincere niente, il capitano (senza togliersi l'ancora dai pantaloni... citazione dotta!) mi indica l'Incontro delle Acque, dove il marrone del Rio e il nero del Negro si incontrano e viaggiano affiancati per alcuni chilometri senza mescolarsi (alla fine, vince il marrone!), e lì dietro l'angolo c'è Manaus!
Per quanto riguarda il grande fiume, questo che qui chiamano Rio de las Amazonas perché le donne indie lottavano sulle rive con lo stesso vigore dei loro uomini e che nel Perù dove nasce (sui vulcani vicino ad Arequipa) gli Inca chiamavano Apurimac che vuol dire Generale Fiume per le sue smisurate dimensioni, non ci sono novità sostanziali: è sempre più largo e, nonostante stia ancora terminando una stagione di secca come poche, io di acqua ne vedo davvero tanta intorno a noi. Pochi animali, come sempre: uno o due delfini che risalgono la corrente, e che tendono a pattugliare le zone antistanti gli approdi per (suppongo) pescare nelle acque smosse dalle imbarcazioni, e qualche uccello (solitamente pappagalli) che passa da una parte all'altra, o che riposa su un tronco fluttuante... ma sono pochi, i volatili, pensavo di vederne molti di più.
Cerco una canzone che possa fare da sottofondo a questo lento andare, frugo nella discoteca che ho in testa ma tutte sembrano troppo rapide: The River del Boss, Homeward Bound di Simon e Telefunken, Tunnel of Love dei Dire Straits suonata lenta lenta, War Child dei Cranberries, o l'inizio di Live & Let Die di Paul 'Beatlè McCartney... niente da fare, nessuna è abbastanza lenta... Vorrei ricordare le mosse del Saluto al Sole che mi avevano insegnato a lezioni di yoga, sul ponte superiore al mattino non c'è nessuno e finché non accendono la radio e la tv (contemporaneamente, giusto per infastidire chi prende il sole) si sta davvero bene, tutti dormono nelle loro amache dopo essersi svegliati il tempo necessario per fare colazione (ma perché la servono alle 7 del mattino???). Nella notte, la luna piena è un faro che illumina tutto, riverberandosi nelle acque marroni.
Per il primo giorno, ho fortuna: Josè da Silva, ingegnere elettromeccanico classe 1938, che nonostante possa stare in pensione continua a fare su e giù per il fiume per aggiustare motori elettrici, mi da lezioni di portoghese, implementando le scarse nozioni presenti nella mia guida di viaggio e, soprattutto, correggendo la mia pronuncia... O-je-je, o-je-je... chi ricorda il refrain di David Riondino (mitico raccontastorie), quando parlava di storie brasiliane terminando metà delle parole con le scontate 'djì e 'dje'? Beh, è vero, qui parlano davvero così, e sebbene non sia difficile per le mie italiche corde vocali ripetere quei fonemi, l'arduo è seppellire in profondità i sorrisi che affiorano di continuo sulle labbra... 'Onde fica o banheiro?' (dove sta il bagno?), mi ripete Josè, convinto che io non abbia capito... hei, sono italiano, mica scemo!
La gente si veste in modo differente, ed è differente: non mi stupisce che molti viaggiatori considerino il Brasile un Paese così sensuale, le donne (forse anche gli uomini, ma io non ci faccio troppo caso, a dir la verità) si muovono in maniera diversa, quasi seguendo il ritmo di qualche musica che sta nella loro testa.
Musica... River of Dreams, di Billy Joel, How Insensitive cantata da molti diversi, Swing Low Sweet Chariot, o anche Il Fiume e la Nebbia di Fiorella Mannoia... non va, non va...
Termino il terzo tomo della storia degli inca di Garcilaso de La Vega, ora non ho più niente da leggere con me tranne la guida al continente, per non annoiarmi studio Uruguay e Paraguay... I giorni della settimana, qui in Brasile, si contano con i numeri ordinali, a partire dalla domenica: così, la 'segundà è il lunedì, mentre la 'quintà è il ... bravi, avete indovinato: giovedì!
... mmm, forse la musica di Lupin III, quella lenta che si sente poche volte, che pare cominci con 'ashii, na-na-nashiii...', un pò triste ma non eccessivamente, sembra adatta per un autunno di foglie che cadendo danno spettacolo... vorrei il mio walkman, qui: stanno ascoltando Tiziano Ferro in italiano, credo sia Sere Nere (Che non c'è tempo / Non c'è spazio / E mai nessuno capirà / Puoi rimanere / Perché fa male male / Male da morire / Senza te), io vado giù un pò sulla mia amachina...
E il viaggio è passato, finale col bingo senza vincere niente, il capitano (senza togliersi l'ancora dai pantaloni... citazione dotta!) mi indica l'Incontro delle Acque, dove il marrone del Rio e il nero del Negro si incontrano e viaggiano affiancati per alcuni chilometri senza mescolarsi (alla fine, vince il marrone!), e lì dietro l'angolo c'è Manaus!
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Commenti
Il giorno 22/11/2005, Lidia ha scritto...
Colonna sonora? Che ne dici di provare con la bossa nova? Ti potrei suggerire "Dindi Dindi", "Insensatez", "Desafinado".... tutte abbastanza lente, malinconiche e struggenti da riuscire a far sentire la "saudade" ad ogni nota. Del resto una musica così non poteva nascere che in Brasile! Espero che voce gosta de sua viagem aqui...
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inserito il 19/11/2005
visualizzato: 2492 volte
commentato: 2 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1442973
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