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Mamma, ho perso l'aereo
... e volontariamente, devo ammettere...
Mentre biciclettavo sotto il sole per le strade di Valdivia, con la musica di una radio locale nelle orecchie e come meta la tranquillità del giardino botanico, pensavo al biglietto aereo che da un anno mi accompagnava e che proprio in quei momenti stava espirando lentamente ma inesorabilmente... a dire il vero, un tentativo (estremo, e destinato a fallire) l'avevo fatto per posticipare la data, ma la gentilezza irremovibile di LANChile (compagnia rivelatasi in altre occasioni molto cortese con il cliente che era in me) mi ha fatto desistere: un anno è un anno, anche qui in America del Sud.
Così rivedevo in rapida successione i luoghi e le facce che hanno caratterizzato questi ultimi dodici mesi ("Un anno è un secolo, 365 croci", come dicevano i Litfiba), e i colori e gli odori che trasformavano ogni coppia di coordinate, semplici numeri su una cartina geografica, in un mondo nuovo in cui mi muovevo con cautela e curiosità (mie amiche abituali)... sabbie rosse attraversate da animali saltellanti dalla lunga coda, occhia a mandorla in cima ad una testa pronta ad inchinarsi, canti religiosi ripieni di allegria (ma perché in Occidente non è più così?) che fanno risuonare le chiese, sabbie calde e pesci guizzanti, idoli di pietra e laghi colorati, riso e pane, stelle... Quanta differenza da quel piccolo villaggio della frontiera vicentina in cui, a quanto pare, c'è ancora una camera che mi appartiente (se mia sorella non ha deciso di ampliare ancora la sua casa prima della sua progenie); quanta differenza da quelle strade lastricate di porfido, da quelle pizzerie in cui non devi sbirciare nel menu per vedere se è stato scritto in italiano decente... e quanto lontano da quella famiglia, da quegli amici, persino da quei conoscenti (ma vi siete mai accorti che la parola "amico" è usata un pò troppo alla leggera, da qualche decennio a questa parte?!) ai quali nel frattempo sono cresciuti i capelli (o si sono un pò ingrigiti) e le tasse (suppongo), e i quali hanno fatto un cammino diverso nello stesso periodo e a volte si sono allontanati ed a volte si sono riavvicinati...
Continuo a passeggiare per questo continente (anche se il mio amico Gonçalo mi ha spiegato che di continenti americani ne esiste solo uno, attraversato da una spina dorsale rocciosa che nelle Rocky Mountains e nelle Ande ha i suoi picchi più elevati), spinto dalla voglia di riempire i miei sensi di un mondo di cui sono parte e di cui voglio fare parte. Ho dei sogni (era un sogno anche l'Antartide, ma si è rivelato troppo costoso), delle mete che mi piacerebbe raggiungere, e nel frattempo riempio gli spazi tra di esse con tutto quello che si trova qui; non mi sono ancora stufato, non ho cominciato a contare i laghi e le chiese (i musei, un pochettino, sì...), ed ogni tanto ho pure la fortuna di incontrare buoni compagni/e di viaggio, con cui condividere un pezzo di strada. Ma è un pò quello che facciamo tutti, no? Chi in una famiglia, chi in bus tra Puerto Montt e Puerto Varas (la seconda molto meno fetida della prima: saranno le costruzioni germaniche, frutto di immigrazioni risalenti ai tempi degli Hannover, o saranno le gincane con corde ed imbragature tra le vette degli alberi - ci avevo un biglietto gratuito, per il "canopy", e la mia simpatia mi ha fatto ottenere una seconda corsa pure gratis, o le cascate che a 40 minuti di distanza attraggono cileni di ogni età - quelli che riescono a scappare al fascino del casinò)... Marcos Salas, l'amico esperantista di Valdivia che mi ha ospitato per tre giorni (Valdivia merita davvero, è la migliore cittadina che ho incontrato finora, pure sotto la pioggerella non è male, e i leoni marini che al porto aspettano i pesci scartati dai mercanti ed i forti di Corral e Niebla che gli spagnoli non riuscirono a difendere dai cileni solo aggiungono al fascino), ha viaggiato per l'Europa con la moglie promettendole l'Italia, un giorno o l'altro... sogni, che prima o poi si avverano...
Non tenete in caldo la zuppa, però, che la fine della strada è lontana...
"There's talk on the street, it's there to remind you
that it doesn't really matter which side you're on.
You're walking away and they're talking behind you
They will never forget you 'til somebody new comes along" [Eagles]
Mentre biciclettavo sotto il sole per le strade di Valdivia, con la musica di una radio locale nelle orecchie e come meta la tranquillità del giardino botanico, pensavo al biglietto aereo che da un anno mi accompagnava e che proprio in quei momenti stava espirando lentamente ma inesorabilmente... a dire il vero, un tentativo (estremo, e destinato a fallire) l'avevo fatto per posticipare la data, ma la gentilezza irremovibile di LANChile (compagnia rivelatasi in altre occasioni molto cortese con il cliente che era in me) mi ha fatto desistere: un anno è un anno, anche qui in America del Sud.
Così rivedevo in rapida successione i luoghi e le facce che hanno caratterizzato questi ultimi dodici mesi ("Un anno è un secolo, 365 croci", come dicevano i Litfiba), e i colori e gli odori che trasformavano ogni coppia di coordinate, semplici numeri su una cartina geografica, in un mondo nuovo in cui mi muovevo con cautela e curiosità (mie amiche abituali)... sabbie rosse attraversate da animali saltellanti dalla lunga coda, occhia a mandorla in cima ad una testa pronta ad inchinarsi, canti religiosi ripieni di allegria (ma perché in Occidente non è più così?) che fanno risuonare le chiese, sabbie calde e pesci guizzanti, idoli di pietra e laghi colorati, riso e pane, stelle... Quanta differenza da quel piccolo villaggio della frontiera vicentina in cui, a quanto pare, c'è ancora una camera che mi appartiente (se mia sorella non ha deciso di ampliare ancora la sua casa prima della sua progenie); quanta differenza da quelle strade lastricate di porfido, da quelle pizzerie in cui non devi sbirciare nel menu per vedere se è stato scritto in italiano decente... e quanto lontano da quella famiglia, da quegli amici, persino da quei conoscenti (ma vi siete mai accorti che la parola "amico" è usata un pò troppo alla leggera, da qualche decennio a questa parte?!) ai quali nel frattempo sono cresciuti i capelli (o si sono un pò ingrigiti) e le tasse (suppongo), e i quali hanno fatto un cammino diverso nello stesso periodo e a volte si sono allontanati ed a volte si sono riavvicinati...
Continuo a passeggiare per questo continente (anche se il mio amico Gonçalo mi ha spiegato che di continenti americani ne esiste solo uno, attraversato da una spina dorsale rocciosa che nelle Rocky Mountains e nelle Ande ha i suoi picchi più elevati), spinto dalla voglia di riempire i miei sensi di un mondo di cui sono parte e di cui voglio fare parte. Ho dei sogni (era un sogno anche l'Antartide, ma si è rivelato troppo costoso), delle mete che mi piacerebbe raggiungere, e nel frattempo riempio gli spazi tra di esse con tutto quello che si trova qui; non mi sono ancora stufato, non ho cominciato a contare i laghi e le chiese (i musei, un pochettino, sì...), ed ogni tanto ho pure la fortuna di incontrare buoni compagni/e di viaggio, con cui condividere un pezzo di strada. Ma è un pò quello che facciamo tutti, no? Chi in una famiglia, chi in bus tra Puerto Montt e Puerto Varas (la seconda molto meno fetida della prima: saranno le costruzioni germaniche, frutto di immigrazioni risalenti ai tempi degli Hannover, o saranno le gincane con corde ed imbragature tra le vette degli alberi - ci avevo un biglietto gratuito, per il "canopy", e la mia simpatia mi ha fatto ottenere una seconda corsa pure gratis, o le cascate che a 40 minuti di distanza attraggono cileni di ogni età - quelli che riescono a scappare al fascino del casinò)... Marcos Salas, l'amico esperantista di Valdivia che mi ha ospitato per tre giorni (Valdivia merita davvero, è la migliore cittadina che ho incontrato finora, pure sotto la pioggerella non è male, e i leoni marini che al porto aspettano i pesci scartati dai mercanti ed i forti di Corral e Niebla che gli spagnoli non riuscirono a difendere dai cileni solo aggiungono al fascino), ha viaggiato per l'Europa con la moglie promettendole l'Italia, un giorno o l'altro... sogni, che prima o poi si avverano...
Non tenete in caldo la zuppa, però, che la fine della strada è lontana...
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inserito il 13/03/2005
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