Dicono che la gente sia scesa nelle piazze, oggi... in tutte le piazze di questo paese.
Dicono che sia lì per protestare contro Mubarak, per convincerlo ad andarsene.
Dicono che Mubarak abbia fatto un discorso, ieri sera, dicendo che passa in pratica i poteri al suo vice, e che poi sia fuggito nella sua casetta a Sharm.
Dicono che l'esercito prenderà il potere, durante la transizione, per assicurare elezioni democratiche.
Dicono che a queste elezioni saranno ammessi anche i Fratelli Musulmani, partito religioso inviso alla maggioranza delle potenze straniere (e a quanto dicono, anche alla maggioranza degli egiziani, seppure musulmani).
Dicono che la corruzione sparirà, o quanto meno diminuirà, quando il "rais" se ne sarà andato.
Dicono che l'Egitto non abbandonerà mai la sua posizione di ponte tra l'occidente ed il mondo arabo, né le sue alleanze ed i suoi trattati di pace.
Dicono che forse il vento del cambiamento, che soffia sulle braci delle rivoluzioni, non si fermerà qui, e raggiungerà altri paesi della regione.

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...dicono...

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Intanto, però, qui a Dahab nessuno protesta, nessuno va in piazza, nessuno sembra interessarsi delle immagini che passano in televisione. L'Egitto è lontano da qui, qui è il Sinai, e la preoccupazione maggiore sono i turisti che non sono più tanti come la settimana scorsa, o l'anno scorso. Ma dicono che torneranno, presto... dicono...