Rallentare il ritmo

immagine"Slow down, you move too fast... You got to make the morning last... Just kicking down the cobble stones, looking for fun and feelin' groovy." [Simon & Garfunkel]

Dopo molti viaggi in bus lunghi interminabili ore, su queste distanze incedibilmente grandi del Brasile, ho deciso di rallentare un pò il ritmo, tirare il freno (anche se non troppo) e cercare di sfruttare un pò de litorale Nord-Est, che tutti dicono essere speciale... E, in effetti, lo è: sarà la fascia tropicale, sarà l'assenza (quasi completa) di squali e meduse, sarà la stagione già più bassa con i turisti che hanno già rimigrato verso casa, saranno gli esperantisti che incontro ovunque, ma sono quasi rammaricato che tra qualche giorno dovró attraversare una nuova frontiera (Guyana Francese, per la cronaca).

Dopo Maceio, sono arrivato a Recife, ospite dell'amico Advalk e della sua famigliola (tutte donne, compresa la domestica che veniva a far le pulizie la mattina!). Advalk durante le giornate non aveva moltissimo tempo da dedicarmi, perció io mi arrangiavo a visitare e recuperavo con intense sessioni di scambio di idee la sera, guardando fuori dalla rete che impedisce alla figlia più piccola di lanciarsi dal balcone verso i palazzoni di una città marina che è molto, molto grande. Recife, città commerciale e polo di naviganti, rimpiazzó anche amministrativamente la vicinissima Olinda, antica capitale che ancora conserva chiese e palazzi storicamente molto importanti (sulla bellezza già non mi esprimo, ne ho visti così tanti che è dura decidere), e che come scopro a mie spese è mortissima di domenica (almeno il centro storico, dove tutto è chiuso) e soprattutto sottoposta a un quantitativo di calore solare che è allucinante (ergo, vagare per strade deserte senza neanche un chiosco dove comprare acqua sotto il solleone è un pò come visitare Milano a ferragosto... c'ha presente?). E', anche, nota come la capitale delle immersioni, grazie a decine di barche naufragate nel circondario che offrono i loro relitti ai visitatori subacquei; io, da mesi all'asciutto, avevo voglia di risgranchirmi le branchie dopo i freddi mari delle Galapagos, e così il sabato - dopo aver fatto da ospite durante i corsi mattutini di esperanto - Advalk (che è anche lui sommozzatore, ma che doveva fare una festicciola per la figlioletta Sara e quindi non poteva venire) mi ha accompagnato ad uno dei centri di immersione. Il programma prevedeva una diurna e una notturna allo stesso relitto, ma qualcosa è andato storto e mentre scendevo ho cominciato a pensare agli accadimenti luttuosi delle Galapagos e la mia respirazione è andata fuori controllo, al ché ho deciso per sicurezza di riemergere e di provare a rilassarmi... è finita che non ho fatto neppure la seconda, decidendo che questa volta i soldi era meglio buttarli via (ho provato a vedere se mi rimborsavano qualcosa, ma le mie vane speranze sono state confermate) piuttosto che correre rischi inutili. La notte, per dimenticare, siamo andati in un posto in cui suonavano Forró, la tipica musica molto allegra della regione di Pernambuco, ma non abbiamo danzato, perché a dire la verità tutte le donne libere presenti nella sala erano libere in quanto protette dalla Natura (eufemismo!), e anche l'occhio come si sa vuole la sua parte.

A un paio di ore da Recife c'è Joao Pessoa (intitolata all'omonimo Presidente della Repubblica, dopo aver cambiato nome altre 3 volte nei precedenti 400 anni), dove mi fermo un giorno e mezzo per gustare delle piscine naturali di fronte alla costa (ricche di pescetti da osservare, mi cuocio la schiena per quanto tempo sto in acqua), e per incontrare nella spiaggia di Jacarè il tipo che da anni suona ogni sera (beh, quasi ogni sera... a volte ha altro da fare) il Bolero di Ravel col sassofono per salutare il sole che se ne va a dormire (ragione iniziale) e i turisti che affollano i baretti della zona per vedere l'ennesimo tentativo di entrare nel Guinness dei Primati... il tramonto è molto bello, e devo dire che l'accompagnamento musicale (e la birra analcolica che accompagna i pezzettini di yuca fritti) gli s'addicono.

Ancora a nord per altre 3 ore, e si arriva a Natal. Fondata, appunto, un 25 dicembre, e piena ovunque di riferimenti ai 3 Re Magi (immagino che, essendo in numero superiore al bambinello, e meno protetti da copyright ecclesiastici, si prestino di più alla pubblicità): statue gigantesche, immagini luminosi, furgoncini... L'amico Ivaldo, dottore anestesista, mi ospita nel suo appartamento (assieme al suo ex-cognato Josè e ad un altro esperantista, Junior), e quando puó - ovvero, normalmente la sera - ci scarrozza in giro; durante le due giornate del mio soggiorno, ci pensa Josè a farmi visitare il museo (orribile, condivido, ma io avevo insistito!) di archeo-antropologia e il forte che difende l'imbocco dell'ennesimo grande fiume, e poi una delle splendide spiagge che sono forse l'unico tesoro di questa città decembrina (a pensarci bene, e con un pò di licenza poetica, questo è il quarto Natal in due anni... e tutti senza neve!)...

E dopo Natal, eccomi a Canoa Quebrada (="canoa spezzata"), dove solo la spiaggia e le grandi dune e l'ennesima piscina naturale sono degne di occupare le mie 30 ore prima di continuare verso Fortaleza... il caldo continua, il sole - quando non c'è il tipico temporalino tropicale, batte forte più delle ragazze a caccia di turisti-danarosi-non-importa-quanto-vecchi, e io onestamente ho di nuovo fame

...

Eccomi qua di nuovo dopo una deliziosa cenetta, a base di fette di carne bovina cotte in padella e, come contorno, i tradizionali cibi brasiliani: farofa, feijoada, insalata con pomodori e carote, riso e spaghetti (questa volta all'aglio).
Canoa Quebrada è moooolto rilassante, moooolto "cool": ci sono quasi più 'pousadas' di abitazioni private, da quando è stata scoperta da cineasti francesi nel secolo scorso ha smesso i panni di villaggio di pescatori per convertirsi in luogo di soggiorno per brasiliani e stranieri (pizzerie italiane e ristoranti spagnoli lo dimostrano). Le stradine sono ben tenute, gli spazzini passano persino in spiaggia... ahh, perché andarsene? Ah, già: perché ho già comprato il biglietto per il bus :-)

Commenti

Il giorno 02/04/2006, Luisa Madella ha scritto...
Non c'è nulla da mangiare per il nostro grande Daniele?
Il giorno 04/04/2006, cugino hit ha scritto...
Solo per dirti che ci sono ancora e sono riuscito a leggere il diario... Bon Voyage!

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inserito il 01/04/2006
visualizzato: 3032 volte
commentato: 2 volte
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