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Alla carica dei carioca
Come il bianconiglio di Alice, mi rendo conto di essere terribilmente in ritardo per il Carnevale (qualsiasi Carnevale) brasiliano, e mi metto a saltare da un bus all'altro: da Chuy a Porto Alegre, attesa di 4 ore nella città approfittando per visitarne un pò il centro sotto una pioggerellina fastidiosa che non fa che rendere tutto più grigio di quanto sembri, poi altro bus di 18 ore fino a Sao Paulo, pausa di un'ora circa nel terminal dove la mia amica Lea viene ad offrirmi la colazione e a fare quattro chiacchiere (ah, che bello essere accolti così, per pochi minuti, senza troppe complicazioni, da qualcuno che ti sorride!), e poi ulteriore bus per raggiungere Rio de Janeiro, la meta che mi sono prefisso per questa settimana di festeggiamenti.
Almir e la moglie, esperantisti, mi vengono ad accogliere all'arrivo; e, sebbene confusi dal fatto che io non sia una donna (no, non si tratta di problemi di trans, ma del fatto che il mio nome in Brasile è femminile; io gli ho scritto facendogli notare il suo errore, ma Almir si era tanto convinto che finché non ha visto i miei possenti muscoli e la mia barba incolta non ha desistito), mi hanno scarrozzato in auto per prendere un primo contatto con la città e poi mi han dato le chiavi dell'appartamento (nel condominio Esperanto: Almir, come primo acquirente di un alloggio nello stesso, ha proposto il nome al proprietario, il quale ha accettato ed ora sta costruendo altre palazzine con nomi in Esperanto... quanto poco basta, a volte!) che da mercoledì divideró con altri esperantisti, una famiglia peruvian/brasigliana/giapponese. Quando mi lasciano, finalmente, tiro il fiato!
Il mercoledì lo passo interamente a visitare il centro, che appare anche in una giornata di forte sole molto più grigio di come me lo aspettassi: sarà che uno crede che Rio sia multicolore come il suo Carnavale, ma la sequenza di palazzi e chiese che passo mi lascia un pò deluso. Uniche splendide eccezioni sono la Biblioteca al lato del teatro João Caetano, un paradiso di libri antichi abbarbicati su scaffali di legno pregiato, e la Chiesa di São Francisco da Penitencia con le sue pareti ricoperte totalmente d'oro e il suo altare con un Cristo crocifisso con sei ali che appare a San Francesco e gli dona (?) le 5 stimmate (qualcosa che la custode si affretta a dirmi non abbiamo neppure in Italia!).
Nel frattempo, scopro che al Sambodromo, dove le sfilate principali avranno luogo, non potró andare, in quanto i biglietti sono già tutti esauriti e gli unici che ne vendono sono i bagarini (vi lascio immaginare il ricarico!); dovró perció approfittare degli accadimenti nelle strade, e proveró a vedere se da un viadotto riusciró a sbirciare qualcosina...
Il giovedì Almir ci scarrozza tutti per un "city-tour" in auto, durante il quale passiamo dalle famose spiagge di Ipanema e Copacabana ai quartieri periferici, dalla base del Pan di Zucchero e del Corcovado fino allo spazio culturale della Marina, nel porto. Lì, io vado in escursione barcaiola a visitare la Ilha Fiscal, un isolotto piccolo piccolo totalmente ricoperto da un castello costruito per l'imperatore Dom Pedro II (sapevate che il Brasile ha avuto 2 imperatori?); un castello in miniatura, stupendo, dove ebbe luogo un solo grande ricevimento ("l'ultimo ballo dell'Impero"), una settimana prima dell'abdicazione del sovrano... che spreco! Al ritorno, mi fiondo dall'altra parte della città, salendo fino al Cristo Redentore, in cima al Corcovado. Il trenino che ti ci porta costa un'occhio della testa (36 reales, andata e ritorno), ma le alternative sono ben più care; e la vista che si gode da lassù, specie al tramonto, su tutta Rio e la baia e i suoi isolotti che spuntano come panettoni dal mare, è stupenda... molti - come me - attendono l'imbrunire, per vedere la città illuminarsi, e quasi perdiamo l'ultimo treno per scendere...
Almir e la moglie, esperantisti, mi vengono ad accogliere all'arrivo; e, sebbene confusi dal fatto che io non sia una donna (no, non si tratta di problemi di trans, ma del fatto che il mio nome in Brasile è femminile; io gli ho scritto facendogli notare il suo errore, ma Almir si era tanto convinto che finché non ha visto i miei possenti muscoli e la mia barba incolta non ha desistito), mi hanno scarrozzato in auto per prendere un primo contatto con la città e poi mi han dato le chiavi dell'appartamento (nel condominio Esperanto: Almir, come primo acquirente di un alloggio nello stesso, ha proposto il nome al proprietario, il quale ha accettato ed ora sta costruendo altre palazzine con nomi in Esperanto... quanto poco basta, a volte!) che da mercoledì divideró con altri esperantisti, una famiglia peruvian/brasigliana/giapponese. Quando mi lasciano, finalmente, tiro il fiato!
Il mercoledì lo passo interamente a visitare il centro, che appare anche in una giornata di forte sole molto più grigio di come me lo aspettassi: sarà che uno crede che Rio sia multicolore come il suo Carnavale, ma la sequenza di palazzi e chiese che passo mi lascia un pò deluso. Uniche splendide eccezioni sono la Biblioteca al lato del teatro João Caetano, un paradiso di libri antichi abbarbicati su scaffali di legno pregiato, e la Chiesa di São Francisco da Penitencia con le sue pareti ricoperte totalmente d'oro e il suo altare con un Cristo crocifisso con sei ali che appare a San Francesco e gli dona (?) le 5 stimmate (qualcosa che la custode si affretta a dirmi non abbiamo neppure in Italia!).
Nel frattempo, scopro che al Sambodromo, dove le sfilate principali avranno luogo, non potró andare, in quanto i biglietti sono già tutti esauriti e gli unici che ne vendono sono i bagarini (vi lascio immaginare il ricarico!); dovró perció approfittare degli accadimenti nelle strade, e proveró a vedere se da un viadotto riusciró a sbirciare qualcosina...
Il giovedì Almir ci scarrozza tutti per un "city-tour" in auto, durante il quale passiamo dalle famose spiagge di Ipanema e Copacabana ai quartieri periferici, dalla base del Pan di Zucchero e del Corcovado fino allo spazio culturale della Marina, nel porto. Lì, io vado in escursione barcaiola a visitare la Ilha Fiscal, un isolotto piccolo piccolo totalmente ricoperto da un castello costruito per l'imperatore Dom Pedro II (sapevate che il Brasile ha avuto 2 imperatori?); un castello in miniatura, stupendo, dove ebbe luogo un solo grande ricevimento ("l'ultimo ballo dell'Impero"), una settimana prima dell'abdicazione del sovrano... che spreco! Al ritorno, mi fiondo dall'altra parte della città, salendo fino al Cristo Redentore, in cima al Corcovado. Il trenino che ti ci porta costa un'occhio della testa (36 reales, andata e ritorno), ma le alternative sono ben più care; e la vista che si gode da lassù, specie al tramonto, su tutta Rio e la baia e i suoi isolotti che spuntano come panettoni dal mare, è stupenda... molti - come me - attendono l'imbrunire, per vedere la città illuminarsi, e quasi perdiamo l'ultimo treno per scendere...
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Commenti
Il giorno 25/02/2006, Massielena ha scritto...
Il giorno 25/02/2006, Daniele ha scritto...
da Repubblica.it: "A Rio de Janeiro, un gruppo di malviventi armati di una bomba a mano ha assaltato il museo Chacara do Ceu, riuscendo ad appropriarsi di quadri di Picasso, Dalì, Monet e Matisse."... io stavo per visitare quel museo, ieri... dato che hanno rapinato anche i turisti presenti, direi che mi é andata proprio bene...
Il giorno 25/02/2006, Luigia Oberrauch Madella ha scritto...
La mondvojagxantoj ne havas penigajn pensojn pri kiamaniere sukcesigi internacian konferencon de ILEI en Parma tuj antaux la UK de Florenco. Eble ili tamen konscias pri tio, ke mi ne plu havas tempon kaj ecx malmlte da emo legi iliajn raportojn pri la viditaj ajxoj.
Mi esperas, ke via patro nun pli bone fartas, cxu ne?
Bondezirojn!
Mi esperas, ke via patro nun pli bone fartas, cxu ne?
Bondezirojn!
Il giorno 28/02/2006, Lidia ha scritto...
Mi giungono voci internettiane che il sindacato dei medici di Rio de Janeiro sconsiglia di recarsi in città in questo periodo a causa di un'epidemia di dengue. Sembra però che la febbre tropicale attacchi più facilmente organismi debilitati. E spero invece che tu sia fresco e pimpante! Ad ogni modo ciò non mi impedisce di invidiarti tantissimo sapendoti appollaiato in cima al Corcovado!!!
Il giorno 28/02/2006, Daniele ha scritto...
Corcovado, Corcovengo, Corcoresto... cosí dice il Cristo senza croce in cima al monte, stufo dei flash dei turisti... Sul problema del Dengue avevo letto anch'io qualcosa, ma qui la Prefettura si é interessata solo di consigliare di "usar sempre camizinha" (protezione fattore 99% in caso di rapporto sessuale)... che serva anche per le punture d'insetto?
Il giorno 01/03/2006, Lidia ha scritto...
Il giorno 01/03/2006, Daniele ha scritto...
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inserito il 23/02/2006
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