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Tirando indietro le lancette
Oggi è il giorno in cui ritorno nell'australiana Sydney, dopo queste sei settimane in Nuova Zelanda.
Ho lasciato ieri il ritiro spirituale e fisico della fattoria Bergli, dove negli ultimi giorni ho potato pini, tirato su recinzioni, spinto vacche e pecore, mangiato vegetariano, insegnato a Rowena come pasticciare nel suo sito web e giocato a domino; è stato rilassante ed istruttivo, e se quel bastardo di Olivier non mi avesse chiesto soldi per dispensarmi i suoi massaggi sarebbe stato ancora più rilassante. Salutati Rowena e Max, e la piccola Asako, ho tirato fuori il pollicione e - come per magia - una famigliola che portava il padre spatentato (troppe multe!) in città si è fermata, mi ha caricato senza batter ciglio e mi ha pure offerto un giaciglio per la notte. Ci ho pensato su due attimi, poi ho accettato: non li vedò molto (lui fa il turno di notte), ma non mi dispiace conoscere nuova gente locale invece che i soliti turisti zaino-in-spalla.
Mollati i bagagli, vado in centro a fare acquisti: devo trovare la lana ordinatami da mamma e zietta. La cosa non è così facile, però: primo, perché vengo subito risucchiato da una libreria piena zeppa di testi che vorrei ma che non posso permettermi (di acquistare, e di caricarmi in spalla); secondo, perché pare che tutti i negozi che visito o non abbiano proprio quello che cerco o lo abbiano in modiche quantità. Dato che la richiesta italica è ingente, faccio chilometri prima di riuscire a trovare una soluzione soddisfacente (spero!); nel frattempo, passo in piazza a seguire un'altro comizio del mio amico mago (questa volta sul femminismo), mangio un pò di tagliolini in un ristorante giapponese (che qui abbondano), e provo senza successo ad acquistare un paio di pantaloni di cotone (quelli vecchi sono morti definitivamente sulla recinzione a Bergli) in un negozio di vestiti usati (e ripuliti).
Torno sfatto alla casetta, dove trovo il figliuolo seduto davanti alla tv. Mi aggrego, anche se estrapolo il mio libro attuale (The Lost Worlds of 2001, di A. Clarke) e vado avanti con la lettura. Ceniamo a base di polpette e patate spiaccicate, accompagnate da una fanta inbevibile (a caval donato...), e poi lui esce per andare a trovare gli amici, ed io leggo ancora un pò e poi me ne vo a dormire.
La sveglia, questa mattina, è alle 4:30... devo raggiungere a piedi il centro, e poi pigliare il bus per l'aeroporto per partire alle 8:25. Invece piglio un taxi con un altro tipo (ma la camminata l'ho fatta lo stesso), perché il conduttore ci chiede la stessa tariffa del bus... contento lui...
Arriva l'orario di partenza, salgo sull'aeromobile e decolliamo. Addio, terra della lunga nuvola bianca (traduzione del nome maori di questa nazione insulare). Addio, fredde notti, e benvenuti 22 gradi di minima dell'Australia costiera ;-)
Ho lasciato ieri il ritiro spirituale e fisico della fattoria Bergli, dove negli ultimi giorni ho potato pini, tirato su recinzioni, spinto vacche e pecore, mangiato vegetariano, insegnato a Rowena come pasticciare nel suo sito web e giocato a domino; è stato rilassante ed istruttivo, e se quel bastardo di Olivier non mi avesse chiesto soldi per dispensarmi i suoi massaggi sarebbe stato ancora più rilassante. Salutati Rowena e Max, e la piccola Asako, ho tirato fuori il pollicione e - come per magia - una famigliola che portava il padre spatentato (troppe multe!) in città si è fermata, mi ha caricato senza batter ciglio e mi ha pure offerto un giaciglio per la notte. Ci ho pensato su due attimi, poi ho accettato: non li vedò molto (lui fa il turno di notte), ma non mi dispiace conoscere nuova gente locale invece che i soliti turisti zaino-in-spalla.
Mollati i bagagli, vado in centro a fare acquisti: devo trovare la lana ordinatami da mamma e zietta. La cosa non è così facile, però: primo, perché vengo subito risucchiato da una libreria piena zeppa di testi che vorrei ma che non posso permettermi (di acquistare, e di caricarmi in spalla); secondo, perché pare che tutti i negozi che visito o non abbiano proprio quello che cerco o lo abbiano in modiche quantità. Dato che la richiesta italica è ingente, faccio chilometri prima di riuscire a trovare una soluzione soddisfacente (spero!); nel frattempo, passo in piazza a seguire un'altro comizio del mio amico mago (questa volta sul femminismo), mangio un pò di tagliolini in un ristorante giapponese (che qui abbondano), e provo senza successo ad acquistare un paio di pantaloni di cotone (quelli vecchi sono morti definitivamente sulla recinzione a Bergli) in un negozio di vestiti usati (e ripuliti).
Torno sfatto alla casetta, dove trovo il figliuolo seduto davanti alla tv. Mi aggrego, anche se estrapolo il mio libro attuale (The Lost Worlds of 2001, di A. Clarke) e vado avanti con la lettura. Ceniamo a base di polpette e patate spiaccicate, accompagnate da una fanta inbevibile (a caval donato...), e poi lui esce per andare a trovare gli amici, ed io leggo ancora un pò e poi me ne vo a dormire.
La sveglia, questa mattina, è alle 4:30... devo raggiungere a piedi il centro, e poi pigliare il bus per l'aeroporto per partire alle 8:25. Invece piglio un taxi con un altro tipo (ma la camminata l'ho fatta lo stesso), perché il conduttore ci chiede la stessa tariffa del bus... contento lui...
Arriva l'orario di partenza, salgo sull'aeromobile e decolliamo. Addio, terra della lunga nuvola bianca (traduzione del nome maori di questa nazione insulare). Addio, fredde notti, e benvenuti 22 gradi di minima dell'Australia costiera ;-)
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Il giorno 27/10/2004, Massielena ha scritto...
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inserito il 27/10/2004
visualizzato: 2298 volte
commentato: 2 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1444038
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