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Nella nuova fattoria, ia ia oh!
Arrivato a CHC domenica sera (dopo una giornata passata a passeggiare lungo la costa di Kaikorua con altri viaggiatori conosciuti in ostello, e a trafficare in cucina ed in internet visto che ero rimasto l'unico ospite del suddetto), son sceso dal pulmino e sono entrato in un teatro che avevo avvistato qualche giorno fa, per godermi una commedia improvvisata: 10 dollari il biglietto, 4 attori molto bravi ed il pubblico che veniva interrogato su alcuni elementi della storia (quelli chiave, a dire il vero), facendola deviare (la storia) ogni cinque minuti dal suo percorso.
Notte in ostello, mattina al museo regionale (con fantastica esposizione sull'Antartide, la sua conquista e la sua vita di ogni giorno) e poi altro pulmino per raggiungere la fattoria Bergli, gestita da una kiwi esperantista e dal marito sfizzero-tetesco.
Qui, a dire il vero, speravo di essere sommerso da un mare di pecore... invece, gli ovini sono solo 4 (due agnellini neri, però), più due alpaca, una manciata di bovini, un gatto, una ragazza giapponese in vacanza-lavoro ed uno suizzero-francese in lavoro-vacanza (sistema WOOFF, vale a dire lavori ed in cambio ti danno vitto ed alloggio). Ogni giorno, Max il padrone decide cosa noi schiavi (mi sono messo nel gruppetto, dopotutto voglio star qui una settimana) faremo, e noi - indossate apposite tute da lavoro - eseguiamo; si va dall'interramento di tubi dell'acqua, al ripristino di una piscinetta per idromassaggio, all'inseguimento vano di una mucca che ha deciso di andarsene a fare un giro a vedere l'erba del vicino (che, ovviamente, parea più verde). Ci sono i suoi bei lati positivi, però: cibo molto buono (spesso ricette nipponiche, anche Rowena la padrona ha vissuto colà per vari anni), vista stupenda, sole e vento rilassanti, qualche ospite del bed&breakfast che ti racconta cose interessanti, le diapositive del giramondo Max, un paio di computer su cui pasticciare (sto spostando la mia area di intervento dal terreno alla tastiera), e ieri siamo pure andati in giro per la baia in barca a vela e kayak... insomma, non mi posso lamentare... unico inconveniente: gli spaventi che mi prendo quando ritorno nella casetta degli schiavi, dove Olivier (lo suizzero) è inposizione piramidale a meditare e con la poca luce che gli si riflette sulla crapa pelata sembra un misto tra Nosferatu e Shenzan (di startrekkiana memoria).
Che ne sarà di me? Riuscirò a sopravvivere alla vita di campagna? Riuscirò a portare tutto il mio pesante bagaglio al di là del mare di Tasman fino in Australia? Rivedrò il mio amico Shean, o le due ragazze ungheresi di Melbourne? Restate sintonizzati, ché forse lo scopriremo...
Notte in ostello, mattina al museo regionale (con fantastica esposizione sull'Antartide, la sua conquista e la sua vita di ogni giorno) e poi altro pulmino per raggiungere la fattoria Bergli, gestita da una kiwi esperantista e dal marito sfizzero-tetesco.
Qui, a dire il vero, speravo di essere sommerso da un mare di pecore... invece, gli ovini sono solo 4 (due agnellini neri, però), più due alpaca, una manciata di bovini, un gatto, una ragazza giapponese in vacanza-lavoro ed uno suizzero-francese in lavoro-vacanza (sistema WOOFF, vale a dire lavori ed in cambio ti danno vitto ed alloggio). Ogni giorno, Max il padrone decide cosa noi schiavi (mi sono messo nel gruppetto, dopotutto voglio star qui una settimana) faremo, e noi - indossate apposite tute da lavoro - eseguiamo; si va dall'interramento di tubi dell'acqua, al ripristino di una piscinetta per idromassaggio, all'inseguimento vano di una mucca che ha deciso di andarsene a fare un giro a vedere l'erba del vicino (che, ovviamente, parea più verde). Ci sono i suoi bei lati positivi, però: cibo molto buono (spesso ricette nipponiche, anche Rowena la padrona ha vissuto colà per vari anni), vista stupenda, sole e vento rilassanti, qualche ospite del bed&breakfast che ti racconta cose interessanti, le diapositive del giramondo Max, un paio di computer su cui pasticciare (sto spostando la mia area di intervento dal terreno alla tastiera), e ieri siamo pure andati in giro per la baia in barca a vela e kayak... insomma, non mi posso lamentare... unico inconveniente: gli spaventi che mi prendo quando ritorno nella casetta degli schiavi, dove Olivier (lo suizzero) è inposizione piramidale a meditare e con la poca luce che gli si riflette sulla crapa pelata sembra un misto tra Nosferatu e Shenzan (di startrekkiana memoria).
Che ne sarà di me? Riuscirò a sopravvivere alla vita di campagna? Riuscirò a portare tutto il mio pesante bagaglio al di là del mare di Tasman fino in Australia? Rivedrò il mio amico Shean, o le due ragazze ungheresi di Melbourne? Restate sintonizzati, ché forse lo scopriremo...
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Commenti
Il giorno 24/10/2004, Francesca Guarato ha scritto...
ciao Dan proprio oggi ci sarà l'incontro regionale Veneto a Praglia e nella mia casetta sui colli questa notte ho avuto 4 ospiti, 3 marmocchi con mamma per quanto riguarda le liste... senti un coordinator del posto, esibisci la lettera viaggio e fatti dare una nuova lista,non conosco le loro abitudini ma adeguati. Per le modalità di restituzione leggi l'altro indirizzo.buona permanenza, vedo che "adventure" non mancano!!!
Il giorno 25/10/2004, Nicola ha scritto...
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inserito il 21/10/2004
visualizzato: 2512 volte
commentato: 2 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1420873
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