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Proprietario di un hotel (per un giorno)

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Anche il secondo tour Alcion è terminato, e con esso questa stagione in America Centrale. Ora, un paio di giorni ad Antigua, sistemando scartoffie, e poi 3 voli (giusto per far risparmiare qualcosina alla ditta... che pare strano che 3 voli costino meno di due, o di uno diretto, ma è proprio così) per tornare a Santiago del Cile.

Non mi pareva il caso di pagare i 38 dollari della stanza dell’albergo dove ero rimasto col gruppo, perciò ho girato un po’, cercando qualcosina di più economico, e per 13 dollari ho... affittato un intero hotel! Ebbene sì: il proprietario ieri mi ha detto che di domenica avrebbe tenuto chiuso, ma vista la mia faccia da bravo ragazzo (grazie, mamma!) si fidava e mi dava le chiavi e se ne andava al mare (o al lago, o chissadove; comunque, via). Ergo, son qui che faccio il custode di me stesso; conoscessi qualcuno qui ad Antigua potrei dare una festa...

Ieri son state partenze per tutto il giorno: s’è cominciato alle 4:30, con due coppie che andavano a prendere l’aereo per le rovine maya di Tikal; poi, in sequenza quasi ritmica, alle 6 una coppia è andata a scalare il vulcano Pacaya, poi John (l’ennesimo John... pare nome comune, per i figli dell’algida Albione) alle 7, poi altri 3 alle 10:30, poi alle 13:30 quelli del vulcano che nel frattempo erano tornati gasatissimi, ed alle 14:30 gli ultimi 6. E io mica son riuscito a chiudere occhio, nel frattempo: tutta una tirata fino a sera, saltando pure il pranzo, affrettandomi a compilare il rapporto di fine tour e la contabilità per spedirli alla mia collega che sempre ieri cominciava il terzo Alcion di quest’anno. Solo quando ho fatto trasloco, ne ho approfittato per spegnere Wall-e ed andare a cena... ho scoperto un ristorantino favoloso, nel menu hanno solo crêpe, salate e dolci, si chiama Luna de Miel, al soffitto sono appese quelle stelle di carta con dentro la lampadina, e il cibo è delizioso (ed io ero stufo di fagioli e riso e tortilla).

Oggi domenica molto relax: al mattino ho continuato con le scartoffie, questa volta per il prossimo tour, ed ho organizzato le cose anche per i giorni a Santiago, quando io e la mia bella (che mi raggiunge da Buenos Aires... ah, l’amore!) ci prenderemo una vacanza nell’appartamentino (con piscina sul tetto) che abbiamo affittato; nel frattempo, il signor Alfredo faceva le pulizie e il bucato di lenzuola ed asciugamani, per poi salutare ed andarsene alle 12 in punto.

Ed eccomi proprietario dell’edificio. Ho fatto un prebucato (dicesi prebucato quando lavi la roba perché non svengano le guardie all’aeroporto, ché tanto sai che poi farai un bucato decente una volta arrivato a destinazione, dove c’è pure la lavatrice), scoprendo che il signor Alfredo nel lavello ci tiene due tartarughe (!) e che quindi io dovevo trovarmi un catino, finito con le scartoffie e poi sono uscito, nel sole di febbraio. In un ristorantino ho mangiato un burrito e dei nacho, annaffiati da un bel bicchiere di horchata, bevanda messicana fatta con riso e profumata alla cannella, simile ad un latte sporco per colore e sapore, molto rinfrescante; il tutto per la bellezza di 25 quetzal, all’incirca 3 dollari e mezzo. Poi, sono andato alla piazza principale, e mi sono seduto prima sul bordo di una fontana, guardando la gente passare e dei bambini giocare con l’acqua e con delle matite colorate, e poi sotto i portici del municipio, dove una banda di suonatori di marimba stava terminando di preparare gli strumenti.

Mentre la musica cominciava, con 6 suonatori 6 che contemporaneamente e perfettamente a tempo battevano le proprie bacchette sulle assicelle della tastiera, il vulcano Agua si stagliava prepotente di fronte a me, sullo sfondo, e il sole illuminava la facciata della cattedrale, chiusa come ogni chiesa che si rispetti nel giorno del Signore (ché, tanto, il Signore mica ha bisogno di chiavi per entrare in casa sua). Un paio di coppie si sono messe a ballare, mentre locali e stranieri si avvicinavano all’orchestra per ascoltare la sua musica allegra, suonata con estro da volti impassibili.

Un salto al mercato della domenica, per vedere se trovavo qualche souvenir da portare a casa (senza successo la mia ricerca, questa volta: molte cianfrusaglie, ed il meglio l’ho già comprato durante il mio viaggio di qualche anno fa; e, poi, chi ce l’ha lo spazio necessario nello zaino?!), uno ad un’agenzia viaggi per comprare un biglietto per il viaggio all’aeroporto per domani mattina, e poi sono tornato qui in hotel, a godermi la tranquillità del silenzio e la comodità del letto... ah, il wifi, che bella cosa!

Nota bene:

Il sito web del ristorante Luna de Miel è http://www.lunademielantigua.com/, purtroppo senza ricette :(

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inserito il 17/02/2014
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