Oggi mi ha raggiunto, qui nella capitale paraguayana Asuncion, la notizia della morte di mia zia Maria Vittoria.

Da tempo in condizioni di salute non buone, alternava momenti buoni a momenti in cui doveva sottoporsi a cure intensive; lo stesso, la notizia mi ha colto di sorpresa, ovviamente rattristandomi.

Ho iniziato a pensare ai ricordi di una zia che viveva molto lontano (Milano... qualcuno obietterà che quando andavo a trovare Marta Milano non era tanto lontana, ma vorrei ricordare che tira più un pel di ...) da casa mia, forse più psicologicamente che fisicamente: per anni, non è corso buon sangue tra la parte della famiglia in cui mi trovavo io e la parte in cui si trovava lei... no, dire che non era corso buon sangue non è esatto, ma almeno che c'era un senso di distacco questo sì... Io, che in questo viaggio ho reso inutile qualunque definizione di distanza, ho spesso pensato che picche e ripicche non s'addicessero al mio modo di pensare la famiglia, e che non volevo saperne, spesso generando costernazione o almeno scuotimenti di capo.

Era mia zia, sorella di mia madre, e mi spiace che non ci sia più. Ricordo un giorno di sole, nel giardino della casa dei miei nonni materni, in quell'allora ancora calma Desenzano del Garda, quando la mia famiglia e la famiglia di Maria Vittoria contemporaneamente si trovavano a far visita ai vecchi (detto con il massimo rispetto ed affetto possibili); parlando di viaggi, non ricordo quali, saltó fuori che stavo per andare a farne uno (sospetto una di quelle "piccole" cose di un mese in qualche Paese europeo), e Maria Vittoria estrasse una banconota da 50000 (o forse addirittura 100000) lire per contribuire al viaggio di quel nipote pazzerello... la cosa ebbe un ottimo effetto psicologico, oltre che economico. Dubito che questo sia il miglior modo di ricordarla, ma lo stesso mi piace pensare che in questa mia passione per i viaggi insieme a quello di molti altri ci sia stato anche il suo contributo, e gliene sono grato.

In cambio, prometto di non portare più rancore a suo figlio Claudio, che da piccolo distrusse la mia chitarra giocattolo!