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I sogni malesi e la realtà del Primo Ministro
Al contrario dei cingalesi, molti malesi con cui ho parlato desiderebbero venire in Europa in vacanza, e non per cercare un lavoro. Sognano l'Italia, ma magari ad un francese parlerebbero bene di Parigi e Nancy... sognano, ma sono consapevoli dei costi che si troverebbero a dover affrontare: Nic, gestore del ristorantino dove ho mangiato sabato sera, mi ha chiesto un pò di prezzi per farsi un'idea (vorrebbe andare a vedere le montagne, perché per lui sono una cosa diversa da qui, mentre il mare è lo stesso... ah, povero illuso :-) ), ed è allibito quando ha scoperto che una pepsi cola (che lui vende a 1,30 RM, circa 0,3 euri) la pagherebbe anche 8 o 9 RM (se gli va bene)... sognano, quindi, e lavorano sodo per mettere da parte un pò di soldi. Sognano l'Europa, sognano l'America.
Paesi che sono invece un incubo per il Primo Ministro, tale dottor Mahatir, l'equivalente di Andreotti da queste parti come longevità politica (a proposito: ho letto dell'assoluzione di Giulio, e mi son posto una domanda: ma se lui rappresentava lo Stato, e la Corte ha accertato connivenze con la mafia - nemica dello Stato - fino agli anni '80, non si configura un qualche reato di tradimento, e come tale non prescrivibile?): costui da anni guida il paese con pugno di ferro in guanto di velluto, attaccando frequentemente i paesi occidentali perché colpevoli di tentato neocolonialismo e di avvelenamento dei sani valori della tradizione e della società malese ed asiatica in genere.
Sulla qual cosa si potrebbe certamente discutere, ma è difficile accettare critiche da qualcuno che è invischiato in molte vicende poco pulite nel suo paese (comprese alcune accuse di interessi privati in atti di ufficio).
E tali attacchi non fanno piacere neanche a molti malesi che si occupano di turismo: molti di essi mi hanno infatti detto di essere preoccupati, perché oltre alla SARS e alle varie guerre antimusulmane fatte dagli americani (su Repubblica.it c'era un'interessante articolo in proposito sul poco rispetto dimostrato dagli USA nei confronti degli arabi con l'esibizione dei loro 'trofei di guerrà) discorsi così fondamentalisti stanno tenendo alla larga molti turisti (non gli italiani, che non si rendono conto del mondo che li circonda: avete mai sentito parlare di questo Mahatir, prima?) dalla Malaysia.
Io, per parte mia, ho trovato molto rispetto per le idee altrui qui, e credo che la convivenza di molte culture e religioni diverse arricchisca il paese. Certo, ci sono molti chador in giro, ma mi pare che non siano sentiti come un peso ma come qualcosa a cui ci si abitua e che diventa quasi un normale capo d'abbigliamento, così come le uniformi tutte uguali degli scolari o il turbante per i Tamil. Non so se sia la decadenza occidentale a portare a nuovi tipi di delitti (stamattina su un giornale si parlava di pedofilia e pornografia), e neppure se il considerare tutto ciò che è estraneo come malvagio o peccaminoso agevoli o meno la situazione; ma, certo, a Malacca così come nel Taman Negara vedono con preoccupazione la diminuzione del numero di viaggiatori stranieri da queste parti (per gli asiatici è un'altro discorso, perché la Malaysia resta uno dei paesi più costosi da queste parti).
Paesi che sono invece un incubo per il Primo Ministro, tale dottor Mahatir, l'equivalente di Andreotti da queste parti come longevità politica (a proposito: ho letto dell'assoluzione di Giulio, e mi son posto una domanda: ma se lui rappresentava lo Stato, e la Corte ha accertato connivenze con la mafia - nemica dello Stato - fino agli anni '80, non si configura un qualche reato di tradimento, e come tale non prescrivibile?): costui da anni guida il paese con pugno di ferro in guanto di velluto, attaccando frequentemente i paesi occidentali perché colpevoli di tentato neocolonialismo e di avvelenamento dei sani valori della tradizione e della società malese ed asiatica in genere.
Sulla qual cosa si potrebbe certamente discutere, ma è difficile accettare critiche da qualcuno che è invischiato in molte vicende poco pulite nel suo paese (comprese alcune accuse di interessi privati in atti di ufficio).
E tali attacchi non fanno piacere neanche a molti malesi che si occupano di turismo: molti di essi mi hanno infatti detto di essere preoccupati, perché oltre alla SARS e alle varie guerre antimusulmane fatte dagli americani (su Repubblica.it c'era un'interessante articolo in proposito sul poco rispetto dimostrato dagli USA nei confronti degli arabi con l'esibizione dei loro 'trofei di guerrà) discorsi così fondamentalisti stanno tenendo alla larga molti turisti (non gli italiani, che non si rendono conto del mondo che li circonda: avete mai sentito parlare di questo Mahatir, prima?) dalla Malaysia.
Io, per parte mia, ho trovato molto rispetto per le idee altrui qui, e credo che la convivenza di molte culture e religioni diverse arricchisca il paese. Certo, ci sono molti chador in giro, ma mi pare che non siano sentiti come un peso ma come qualcosa a cui ci si abitua e che diventa quasi un normale capo d'abbigliamento, così come le uniformi tutte uguali degli scolari o il turbante per i Tamil. Non so se sia la decadenza occidentale a portare a nuovi tipi di delitti (stamattina su un giornale si parlava di pedofilia e pornografia), e neppure se il considerare tutto ciò che è estraneo come malvagio o peccaminoso agevoli o meno la situazione; ma, certo, a Malacca così come nel Taman Negara vedono con preoccupazione la diminuzione del numero di viaggiatori stranieri da queste parti (per gli asiatici è un'altro discorso, perché la Malaysia resta uno dei paesi più costosi da queste parti).
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inserito il 28/07/2003
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