Sei qui: i miei viaggi » Sulle tracce di Marco Polo » Uzbekistan » Non è poi così lontana Samarcanda

Non è poi così lontana Samarcanda

immagine

"Vecchioni, Vecchioni... già il nome che hai avuto in sorte, Vecchioni, ma non ti dice niente?" Che tu sei lì, seduto comodo comodo nel tuo soggiorno, e canti che Samarcanda non è poi così lontana, che basta poco per arrivarci. Ma ci sei mai andato a Samarcanda, Vecchioni, sulla strada che dal confine uzbeko di Denau-Tursanzade attraversa un deserto che neppure Will E. Coyote, ore e ore di nulla, qualche cespuglio ma poco di più? Sabbia e rocce, rocce e sabbia, ed una macchina ogni tanto... sicuro che non sia poi così lontana?

"Corri cavallo, corri ti prego, corri come il vento"... sì, corri, corri cavallo, ma il pulmino invece non può andare veloce, ché sui molti tratti sterrati salterebbe ad ogni buca: l'asfalto se lo sono dimenticato da qualche altra parte, sicuramente da queste parti non abitava nessun politico importante degno della sistemazione di questa lunga strada.

Il mio stomaco fa le bizze, Vecchioni: è da ieri che soffro di crampi potenti, ho pure saltato la cena per vedere se un po' di riposo mi faceva bene, invece non è cambiato molto, e sono ancora qui che stringo i denti e sorrido; ed ogni tanto mi devo piegare in avanti per cercare di attutire il dolore, ma faccio di tutto per non farmi notare, ché son qui a lavorare e non a godermi il panorama.

Samarcanda è alla fine di questa strada che sembra non finire mai, monotona come una sinfonia suonata con una sola nota; e se non avessero chiuso il passo di Penjikent noi non ci troveremmo a percorrerla, ma questi paesi ex-sovietici si guardano tutti in modo strano, non si fidano gli uni degli altri, e basta poco perché ad uno salti la mosca al naso e decida che no, per un certo confine non si passa più, fino a nuovo ordine. Già, il nuovo ordine, quello in cui tutti speravano quando la perestroika li ha liberati dal giogo rosso e li ha lasciati indipendenti e padroni del proprio destino; ma non ci erano più abituati, e son caduti tutti nelle mani di uomini forti, che hanno modellato i paesi secondo i propri interessi.

Ma anche le cose infinite hanno una fine, prima o poi, e così arriviamo a Samarcanda, e la sua bellezza ci accoglie colorata come le migliaia di piastrelle bluastre che decorano i mausolei, le moschee, le scuole islamiche. A passeggiare per il centro sembra di essere a Gardaland, con la sua pulizia ed il continuo passare solo macchinette elettriche che spostano decine di turisti da un punto all'altro. Si vede proprio che questa città, dal nome tanto evocativo che fa pensare ad Atlantide o al Giardino delle Esperidi, punta tutto sul turismo; ed i turisti, compiacenti, la ripagano. E come potrebbero non farlo? I monumenti lasciati da Tamerlano, che nel 1370 ne fece la sua capitale dopo che Gengis Khan aveva raso al suolo tutto quello che restava dello storico crocevia delle Strade della Seta, la rendono mitica; ed è buffo pensare che lo stesso condottiero vi è sepolto solo perché quando morì il passo per raggiungere Shahrisabz, il luogo dove si era costruito una semplice cripta, era bloccato dalla neve, ed il suo popolo non potendo aspettare decise di interrarlo nel mausoleo che aveva fatto costruire per il suo nipote ed erede, andatosene prima di lui.

Il gioiello dell'impero di Tamerlano era probabilmente la moschea di Bibi-Khanym, fatta costruire (secondo la leggenda; e qui le leggende si sprecano, credetemi!) dalla moglie cinese come sorpresa per l'amato marito durante uno dei suoi lunghi viaggi: al tempo una delle più grandi moschee del mondo, con la sua cupola che sfiora i 41 metri d'altezza, ha oggi bisogno urgente di restauro, dopo essere in parte crollata durante un terremoto nel 1897 e aver subito una ricostruzione non proprio ottimale negli anni '70. Oggi, invece, tale ruolo è stato preso dal Registan, che in lingua Tagika significa "luogo sabbioso", e che è costituito da un insieme di maestose, scintillanti madrasse, ricoperte di maioliche e mosaici e scritte in lingua araba e decorazioni che, realizzate da artisti persiani, sfuggono al divieto islamico di non raffigurare animali viventi. La piazza intorno a cui gli edifici si ergono concentra e riflette l'attenzione sulle loro facciate, lasciando a bocca aperta ogni visitatore. I cortili interni, per quanto altrettanto interessanti, non raggiungono però lo stesso effetto, forse anche a causa delle decine di venditori che si annidano dietro ogni porticina, trasformando di fatto ognuno di questi luoghi in un piccolo bazar (e il fatto che non siano molto insistenti, preferendo aspettare che il turista venga a loro, non cambia di molto la sensazione un po' dolceamara che si prova vedendoli ovunque).

Tutto, nell'insieme, è spettacolare, caro Vecchioni. Luoghi come l'osservatorio di Ulugbek, dove una spedizione archeologica ha portato alla luce nel 1908 quel che rimane dell'enorme astrolabio costruito nel XV secolo per osservare la posizione delle stelle, o come il cimitero di Shah-i-Zinda, o "Tomba del Re vivente", inizialmente dedicato ad un cugino del profeta Maometto che, a quanto pare, portò l'Islam in quest'area nel settimo secolo, ed ora pieno zeppo di mausolei che condividono lo spazio sulla collina con le ben più recenti tombe di normali abitanti del posto. E però pare che l'insieme sia slegato, che manchi qualcosa. Sarà che forse uno si aspetta sabbia e cammelli, cavalli e musica di tamburelli, tintinnare di campanelli e danze dei sette veli, ma tanta bellezza sembra congelata nel tempo, mentre il tempo stesso intorno è andato avanti: Gengis non c'è più, e neppure Tamerlano, e la sabbia è stata spazzata via ed i cammelli rimangono solo nei dipinti che vendono ad ogni angolo di strada. E allora valeva la pena, Vecchioni, di cavalcare così tanto?


Lascia un tuo commento

Campi
Bottoni

Informazioni

inserito il 20/09/2017
visualizzato: 1998 volte
commentato: 0 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1425579

Cerca nel diario

Cerca tra i racconti di viaggio pubblicati nel diario di bordo:

Ultime destinazioni

Racconti più recenti

Racconti più letti

Racconti più commentati

Ultimi commenti

Tag del diario di bordo

Aguas Calientes Ajanta Amalfi Amazzonia Ambato Andahuaylillas Angra dos Reis Arequipa Assisi Asunción Aurangabad Baia Mare Balau Lac Bassin Bleu Bassin Zim Bellagio Bishkek Bocas del Toro Bogotà Bologna Bonito Boquete Buenos Aires Buzios Bwindi Cajamarca California Camaguey Campeche Campulung Cancun Cannes canyon del Colca Cap-Haïtien Cartagena Cayo Las Brujas Cernobbio Chaa Creek Chapada Diamantina Chiapa de Corzo Chiavari Chichen Itzà Chichicastenango Chiloe Chivay Cienfuegos Città del Guatemala Città del Messico Cluj Napoca Copacabana Copán Copán Ruinas Costa Azzurra Costiera Amalfitana Cuenca Curitiba Cusco Dubai Dukla Dunhuang Dushanbe El Calafate El Chaltén El Tajin Ellora Entebbe ExPlus Fan Mountains fiume Pacuare fiume Tambopata Florianopolis Foz do Iguaçu GCC Gilroy Goa Granada Grand Circle Guayaquil Hampi Huamachuco Humenne Igoumenitsa Iguaçu Iguazu Ilha Grande India Ingapirca Interlaken Isla Colon Isla del Sol Isla Mujeres Istanbul Jacmel Jaiyuguan JLA Joya de Ceren Kampala Kashgar Khodjent Kibale Koch Kor Kokand Kumkoy La Antigua Guatemala La Havana La Paz lago di Como lago Maggiore lago Nicaragua lago Song-Kol lago Titicaca lago Yojoa lake Mburo Leon Lima Livingston Livorno Londra Lublin Lucca Macerata Machu Picchu Madaba Madrid Madurai Majorda Managua Manaus Mar Nero Margilon Mérida Mesilla Milano Momostenango Monaco Monte Alban Mumbai Murchison Falls Mutianyu Mysore Nashik Road Nice Nyjrbator Oaxaca Old Goa Ometepe Omoa Osh Otavalo Pacaya Palenque Panajachel Panamà Papantla Paratì Patagonia Pechino Pelourinho Península Valdés Petra Pisac Port Au Prince Portoferraio Potosì Poza Rica Pucon Puebla Puerto Madryn Puerto Maldonado Puerto Natales Puerto Piramides Puerto Varas Puno Punta Arenas Quetzaltenango Quito Rang Raqchi Ravello Recanati Reedley Rio de Janeiro Rio Dulce Riobamba Roma Ruse salar Salvador da Bahia Samarcanda San Agustin San Blas San Cristobal de las Casas San Francisco San Francisco El Alto San Ignacio San José San Juan San Marcos La Laguna San Pedro San Pedro de Atacama San Pedro La Laguna Santa Barbara Santa Caterina Santa Clara Santa Elena de Monteverde Santa Margherita Ligure Santiago Santiago Atitlan Santiaguito Sarospatak Sary Tash Seno Otway Sequoia National Park Shobak Sighisoara Sillustani Siloli Sololà Sorrento Stresa Sucre Sud America Sumidero Tambo Machay Targu Mures Tash Rabat Taulabé Tegucigalpa Tiahuanaco Tierra del Fuego Tikal torre di Burana Torres del Paine Transfagarasan Trinidad Trujillo Tucan Travel Turpan Urbino Urumqi USA Ushuaia Uxmal Uyuni Vaduz Vagabondo Valdivia Valle de Elqui Valle di Fergana Valparaiso Veliko Tarnovo Venezia Viejo Palmar Vila do Abraão Viña del Mar Viñales Vize Wild Frontiers Xian Yambol Zamosc Ziwa Rhino Sanctuary