Eccomi a Macao meravigliao, un altro di quei lembi di terra che la Cina si ostina a sostenere "semiindipendenti"... In realtà, girando per la città principale (ci sono anche dei sobborghi su altre isolette collegate da ponti), l'impressione che ho avuto io è che la storia ed il passato siano portoghesi, ma il presente è tutto cinese: solo in cinese sono scritti i manifesti (non i cartelli ufficiali, bilingui), solo cinesi si vedono in giro (pure i turisti... avrò contato sì e no 15 caucasici, in tutto il giorno).

Sorta di aliscafo-traghetto da Kowloon, costo di circa 12 euri ma il lusso anche sul ponte economico è notevole. Poi, esplorazione a piedi, con l'enorme quantitativo di mappe fornito da tutti gli uffici turistici. E così vedo il vecchio fortino, trasformato ora in museo, il tempio dedicato alla divinità protettrice dei marinai, il casinò galleggiante (Macao è terra di scommesse, specie per chi in patria non se le può permettere), le vecchie strade con le case con e senza insegne luminose (vale a dire: orientali e occidentali), il porto, qualche chiesa cristiana (gesuite, solitamente), e l'ex palazzo del Senato con la sua piazza a strisce ondulate.

Mangiato poco, anche perché sono a corto di dollari di HK e la VISA si è scaricata acquistando quel benedetto biglietto RTW; ergo domani troverò un onest'uomo che cambi traveller's cheque e ritirerò un pò di moneta americana, giusto per pagarmi l'inizio del Giappone...