Sei qui: esperanto » Rat-Man: Andrea Rossetto, fumettista

Andrea Rossetto, fumettista

Andrea, come è successo che sei diventato un fumettista?


Se vogliamo prenderla alla larga, la prima volta che iniziai a disegnare un fumetto risale a quando avevo l'età di 7-8 anni, credo, quando mi misi a disegnare per vignette un episodio di Daitarn 3. Non so perché volli fare proprio una storia a fumetti e non un semplice disegno; oltretutto in casa mia fino ad allora erano girati veramente pochi fumetti.

La passione vera arrivò però solo in età adolescenziale, con i fumetti della Marvel. In seguito mi iscrissi ad una scuola di fumetti serale che frequentai per due anni, dove appresi le basi della tecnica del fumetto, e fu davvero essenziale per me. Dopo vari concorsi, il vero balzo in avanti avvenne durante l'ultimo anno di università: dopo un corso di fumetto tenuto da Giuseppe Palumbo a Bologna, inizia a collaborare al suo studio, lo studio Inventario. Dopo un po' di gavetta sono riuscito a strappare un contratto con Les Humanoïdes Associés per una serie manga, Tengu-do, tutt'ora in corso di pubblicazione.


Andrea Rossetto

Quali sono, se ci sono, gli autori a cui ti sei ispirato e continui a farlo?

Ci sono molti autori che non mi stancherei mai di leggere/guardare. Sicuramente dal punto di vista prettamente visivo Moebius ha una bellezza del disegno ed una pulizia del tratto che non mi stancheranno mai, uno di quegli autori "per sempre". Per quanto riguarda le scelte narrative, Will Eisner rimane un caposaldo, tutto nelle sue storie funziona come un orologio svizzero. E poi Miyazaky, che anche se non è prettamente un fumettista, mi aiuta ogni volta che vedo un suo film a rimanere un po' bambino.

Questi sicuramente mi saltano alla mente, ma ce ne sono molti altri, meglio non dilungarsi.


Tu di gavetta ne hai fatta un po', facendo il colorista e poi cosa?

In effetti ho iniziato proprio come colorista, e pensare che quando frequentavo la scuola mi ripetevo sempre che dovevo prima imparare a disegnare e poi a colorare! In realtà è stato grazie all'aiuto del computer, che ho imparato ad usare abbastanza velocemente, che ho potuto realizzare i miei primi lavori. Prima colorista per progetti pubblicitari, illustrazioni per l'editoria scolastica e poi di fumetti per il mercato francese, con gli albi "Romano" e "Gemelos". Nel mentre ho realizzato illustrazioni storiche, illustrazioni per libri di testo delle scuole medie , storyboards e immagini pubblicitarie.


Quali storie ti è capitato di narrare, e come le hai affrontate?

Sicuramente ho sempre preferito le storie realistiche, e il mio modo di narrare va in questa direzione. Cerco sempre che la narrazione sia fluida e chiara, per questo mi piace creare degli ambienti molto dettagliati e realistici, per far immedesimare il lettore nella storia, e al contempo preferisco mantenere i personaggi, soprattutto nei volti, non troppo dettagliati, per facilitare l'identificazione del lettore. È un concetto un po' strano ma che è spiegato bene nel libro "Capire il fumetto" di Scott McLoud. Il tipo di disegno a linea chiara è quello che secondo me va meglio per cercare di andare in questa direzione.


Qual è stata la ragione che ti ha spinto a collaborare con il progetto RoMEo con una storia del ratto?


Quando un amico ti chiede un favore... no, in realtà non avevo mai disegnato (per essere pubblicato) un personaggio famoso, dunque quando mi si è presentata la possibilità ho accettato volentieri. Rat-Man è un personaggio divertentissimo e fatto con intelligenza (ebbene sì), che sfrutta al massimo le tecniche narrative ed espressive del fumetto a scopi comici, e dove la parodia non è solo indirizzata al contenuto, ma alle regole stesse della narrazione per vignette, dove soluzioni normalmente usate per creare effetti drammatici vengono ribaltate per creare l'effetto comico.


Come è stato il tuo approccio con il ratto? Quali le difficoltà?

Inizialmente è stato buono, me lo sono studiato un po' e poi sono passato alle matite delle tavole. È molto divertente da disegnare come personaggio, le sopracciglia mi hanno dato molta soddisfazione... È stato comunque nella fase di inchiostrazione che ho avuto un po' più di problemi: non avendo quasi mai disegnato cose comiche, volevo utilizzare una pennellata morbida in stile Disney, però il pennello si imbizzarriva non poco, ed ho dovuto sudare più del previsto.


Quali sono le soddisfazioni per un fumettista? Il vedere il proprio lavoro pubblicato, o c'è qualcosa di più?


Sicuramente la gioia maggiore per me è quella di stare seduto al tavolo da disegno disegnando qualcosa che mi piace. Vedere il proprio lavoro pubblicato è sicuramente un'altra ottima soddisfazione, soprattutto perché ti permette di comunicare qualcosa a qualcuno, e perché ti permette di poter continuare a fare quello che più ti piace, che ormai avete capito cos'è. La soddisfazione maggiore per un disegnatore sta comunque proprio nel poter dare forma sulla carta a qualcosa che si è formato nella mente, che certe volte nasce non si sa come, mentre altre volte nasce dall'impulso dello sceneggiatore che ci invita a creare delle immagini nella nostra mente. Il desiderio di creare qualcosa di bello è sicuramente un grande motore.


È vero che le storie del Ratto ti hanno donato una nuova visione del mondo ed una coscienza filosofica delle cose che ti ha permesso di evolverti ad uno stadio superiore dell'esistenza?

Ma che ca... Di domanda è? Ovvio!