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Expedition, giorno 40: Veliko Tarnovo/Yambol

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Dopo la pioggia, torna il sereno. Ieri è stata una giornata splendida, in una bella città e con un buon hotel strategicamente posizionato vicino al centro ma non così vicino da esserne disturbato. E Veliko Tarnovo, antica capitale della Bulgaria, con la sua cittadella fortificata e le sue possenti mura che seguono il crinale della sorta di penisola su cui è stata fondata, penisola scavata da un serpeggiante fiume, valeva la pena di un giorno di pausa. Per godersela appieno, per girarla tutta, per riposare... Vasil ci ha fatto da guida, raccontandoci di questa città e del suo Paese, stretto tra le genti slave e quelle turche, fiero un tempo ed ora un po’ più tranquillo. Mentre giravamo, abbiamo potuto gustare i preparativi per la festa che sarebbe seguita al pomeriggio e alla sera, per ricordare il giorno dell’indipendenza del paese (anche se la vera festa nazionale è in marzo, a quanto pare): giovani e giovinette si apprestavano a danzare in abiti tipici, un po’ di militari ripassavano i loro schemi di schieramento, le tv riprendevano interviste con il castello come sfondo, i venditori di popcorn e zucchero filato prendevano posizione, e insomma nell’aria si sentiva la festa imminente.

C’erano però una ventina di biciclette da sistemare e da pulire, dopo la giornataccia precedente, quindi tutto il mio pomeriggio se n’è andato a colpi di idrante (avevo chiesto una canna dell’acqua, mi han dato quello che usano i pompieri in caso di incendio... abbiamo dovuto fissare le biciclette con i chiodi, perché non volassero giù nella scarpata!!!) e di spugna, di pattini dei freni cambiati e di bulloni da stringere (ché le buche e le cunette sulle strade son malefiche, si sappia!); quando ho terminato, una doccia e via per raggiungere la posizione migliore per assistere allo spettacolo di suoni e luci ed ai fuochi artificiali... peccato che la posizione migliore fosse già stata aggiudicata, e anche la seconda, e la terza... insomma, per farla breve, mi son trovato al limitare della piazza, ma grazie ai potenti mezzi forniti dalla ditta (leggi: la mia altezza) sono riuscito ad assistere a tutti gli interminabili e noiosissimi discorsi fatti da varie autorità, seguiti da inginocchiamento di quasi tutti i presenti (soldati compresi, me ed alcuni altri esclusi, non so se perché non avessero capito cosa succedeva o perché dissentissero), e poi da fuochi molto colorati ma che han dato l’impressione di essere sparati un po’ a casaccio, mentre altoparlanti strategicamente piazzati ci spavano nelle orecchie il suono dei botti, dando l’impressione che fossero molti di più (ah, cosa non si farebbe per colpa della crisi!).

Oggi, invece, si è pedalato, e pure un bel po’. Ma il percorso è stato interessante, passando attraverso splendidi boschi, e con due salite lunghe ma non dure, seguite da quelle discese che sono un vero piacere, con il manto stradale uniforme ed inclinato nelle curve quel tanto da fartele godere ancora di più mentre fili a 50 all’ora superando persino il limite di velocità concesso normalmente ai veicoli. E, mentre viaggiavamo verso sud, lentamente i cambiamenti preannunciatici dal nostro buon Vasil si palesavano, inesorabilmente: i villaggi lentamente si popolavano, essendo la parte turca della popolazione molto più prolifica di quella settentrionale, con bambini ovunque, e le prime timide moschee cominciavano a fare la loro apparizione, lustre e scintillanti sotto il sole, grande contrasto con le numerose fabbriche abbandonate da quando l’assistenza statale non bastava più a reggere le regole del mercato capitalistico.

Yambol, la nostra destinazione, non è onestamente granché, e l’albergo rispecchia questa sensazione. Semplicemente, non sono mai stati meta del turismo di massa, quindi non hanno le infrastrutture (se questo sia un bene o un male lo lascio giudicare ad ognuno di voi, ma il fatto che a colazione mancassero latte e yogurt - e noi si sia dovuti andare a comprarli di corsa - non depone molto a favore).

Ma chi se ne importa, dopo tutto domani si entrerà in Turchia e mancheranno solo 5 giorni ad Istanbul!


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inserito il 23/09/2012
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