Da 0 a 180 gradi
Taveuni, terza isola per grandezza dell'arcipelago delle Fiji, è stata la mia scelta per l'ultima parte di queste tre settimane, dato che - girava voce attendibile - le isole occidentali (Mamanuka e Yasawa) erano prenotate da lungo tempo, e che l'isola è nota per la sua rigogliosa bellezza.
Detto, fatto. Il mio bel traghettino greco (leggi racconto precedente) mi ha scaricato ad uno dei due moli esistenti sull'isola, insieme a vagonate di derrate alimentari e a moltitudini che tornavano a casa per Natale, ed io ho immediatamente provveduto a selezionare un alloggio decente a Naqara e a mangiare qualcosa di altrettanto decente. Poi, ho cominciato a cercare informazioni, scoprendo che mi conveniva allontanarmi dal posto al più presto dato che la domenica non si muove nulla (qui sono seriamente cristiani, mica come da noi!).
Il giorno successivo, sono quindi andato a Wairiki, dove ho assistito ad una stupenda messa (in lingua locale) ravvivata da canti intensi e partecipati, e ho visitato il luogo dove un cartello indica il passaggio del meridiano 180 (dopo aver calpestato lo 0 in Inghilterra e l'Equatore in Indonesia, era d'obbligo...), e dove mi son divertito per un'oretta a giocare ad indovinelli con i bambini che a messa non volevano andarci (!); poi, autostoppando, ho raggiunto il Dolphin Bay Resort, che nonostante il nome altisonante mi ha ospitato per 3 giorni ad un prezzo paragonabile al mio standard. Quello che invece era fuori dallo standard è stato il corso delle immersioni sub... pare che su Taveuni tutti gli operatori giochino a chi ti chiede di più, e dato che i siti sono anche famosi per la loro bellezza la gente accetta... e paga. Così ho fatto anch'io, sborsando circa 50 euri ad immersione. In compenso, ho stipulato un accordo con uno dei gestori, il quale mi ha consentito di usare il suo pc per qualche ora (non connesso) dopo che gliel'ho ripulito da quintali di virus, così ho potuto effettuare un altro pò di lavoro per il nuovo sito. E una delle sere c'è stata una bella sessione di kava, con alcuni dei dipendenti del resort, in un'atmosfera resa speciale dalla semplicità delle cosa.
Dopo 3 giorni, e dopo una sosta di mezz'ora a Naqara per provare a pagare con carta di credito il mio conto (ma volevano una commissione del 5%, ergo ho usato quasi tutto il contante che avevo per risparmiare un pochettino), ho raggiunto Lavena, dall'altra parte dell'isola: fine della strada, sono l'unico visitatore oggi (anche se pare che durante l'anno di italiani ne arrivino, qui, il che è strano), c'è una bella camminata lungo la foresta e la costa (immortalata in film come Laguna Blu) che conduce ad un paio di cascate in cui si può sguazzare a piacimento. Cena preparata da una signora del villaggio adiacente (non ho provviste con me, e c'è poco nel minispaccio che hanno al villaggio), bambini che giocano in acqua su di un "bilibili" (zattera di bambù), qualche zanzara, silenzio. Pace. Quiete.
Il giorno dopo ritorno a Naqara (tutti gli autobus vi fanno capo), scopro che l'operatore che avevo contattato per altre immersioni si è perso la mia prenotazione, telefono ad un altro e riesco ad aggregarmi (ho 40 minuti di tempo prima che partano); piazzo i bagagli dai tipi del primo giorno (Kool's Accomodation), prendo al volo un minitaxi cumulativo (costa di meno perché sale più gente) e raggiungo il posto (certo che per quello che pago, potrebbero anche venirmi a prendere, per 5 km!!!); raggranello l'equipaggiamento, e salgo in barca. Andiamo sul cosiddetto "Rainbow Reef", arcinoto per la bellezza ed i colori dei coralli; il primo sito è però una cosa diversa, un grandissimo muro bianco (per i coralli) che scende oltre 40 metri (cioè, dove noi non andiamo) e si estende per tanto, tanto, tanto... la corrente ci porta lungo di esso, e dopo 45 minuti quando risaliamo ce n'è ancora che va avanti chissà dove.
Il pomeriggio lo passo con alcuni dei sommozzatori del mattino, andiamo ad uno scivolo d'acqua: un torrente, arricchito dalla copiosa pioggia del primo pomeriggio, si incanala tra le rocce ed il passatempo locale preferito è quello di lanciarsi in questo scivolo naturale... all'inizio siamo un pò timorosi, ma poi ci divertiamo come... come delle persone che scivolano in un canalone!
E ceniamo pure assieme, mentre io cerco di centellinare essendo ormai quasi sprovvisto di contante.
Questa mattina, barca sovraffollata e corrierina scassata mi riportano a SavuSavu, giacché da qui parte il mio volo per Nadi domani ed, essendo Natale, non ci sarà altro collegamento disponibile tra le due isole.
Detto, fatto. Il mio bel traghettino greco (leggi racconto precedente) mi ha scaricato ad uno dei due moli esistenti sull'isola, insieme a vagonate di derrate alimentari e a moltitudini che tornavano a casa per Natale, ed io ho immediatamente provveduto a selezionare un alloggio decente a Naqara e a mangiare qualcosa di altrettanto decente. Poi, ho cominciato a cercare informazioni, scoprendo che mi conveniva allontanarmi dal posto al più presto dato che la domenica non si muove nulla (qui sono seriamente cristiani, mica come da noi!).
Il giorno successivo, sono quindi andato a Wairiki, dove ho assistito ad una stupenda messa (in lingua locale) ravvivata da canti intensi e partecipati, e ho visitato il luogo dove un cartello indica il passaggio del meridiano 180 (dopo aver calpestato lo 0 in Inghilterra e l'Equatore in Indonesia, era d'obbligo...), e dove mi son divertito per un'oretta a giocare ad indovinelli con i bambini che a messa non volevano andarci (!); poi, autostoppando, ho raggiunto il Dolphin Bay Resort, che nonostante il nome altisonante mi ha ospitato per 3 giorni ad un prezzo paragonabile al mio standard. Quello che invece era fuori dallo standard è stato il corso delle immersioni sub... pare che su Taveuni tutti gli operatori giochino a chi ti chiede di più, e dato che i siti sono anche famosi per la loro bellezza la gente accetta... e paga. Così ho fatto anch'io, sborsando circa 50 euri ad immersione. In compenso, ho stipulato un accordo con uno dei gestori, il quale mi ha consentito di usare il suo pc per qualche ora (non connesso) dopo che gliel'ho ripulito da quintali di virus, così ho potuto effettuare un altro pò di lavoro per il nuovo sito. E una delle sere c'è stata una bella sessione di kava, con alcuni dei dipendenti del resort, in un'atmosfera resa speciale dalla semplicità delle cosa.
Dopo 3 giorni, e dopo una sosta di mezz'ora a Naqara per provare a pagare con carta di credito il mio conto (ma volevano una commissione del 5%, ergo ho usato quasi tutto il contante che avevo per risparmiare un pochettino), ho raggiunto Lavena, dall'altra parte dell'isola: fine della strada, sono l'unico visitatore oggi (anche se pare che durante l'anno di italiani ne arrivino, qui, il che è strano), c'è una bella camminata lungo la foresta e la costa (immortalata in film come Laguna Blu) che conduce ad un paio di cascate in cui si può sguazzare a piacimento. Cena preparata da una signora del villaggio adiacente (non ho provviste con me, e c'è poco nel minispaccio che hanno al villaggio), bambini che giocano in acqua su di un "bilibili" (zattera di bambù), qualche zanzara, silenzio. Pace. Quiete.
Il giorno dopo ritorno a Naqara (tutti gli autobus vi fanno capo), scopro che l'operatore che avevo contattato per altre immersioni si è perso la mia prenotazione, telefono ad un altro e riesco ad aggregarmi (ho 40 minuti di tempo prima che partano); piazzo i bagagli dai tipi del primo giorno (Kool's Accomodation), prendo al volo un minitaxi cumulativo (costa di meno perché sale più gente) e raggiungo il posto (certo che per quello che pago, potrebbero anche venirmi a prendere, per 5 km!!!); raggranello l'equipaggiamento, e salgo in barca. Andiamo sul cosiddetto "Rainbow Reef", arcinoto per la bellezza ed i colori dei coralli; il primo sito è però una cosa diversa, un grandissimo muro bianco (per i coralli) che scende oltre 40 metri (cioè, dove noi non andiamo) e si estende per tanto, tanto, tanto... la corrente ci porta lungo di esso, e dopo 45 minuti quando risaliamo ce n'è ancora che va avanti chissà dove.
Il pomeriggio lo passo con alcuni dei sommozzatori del mattino, andiamo ad uno scivolo d'acqua: un torrente, arricchito dalla copiosa pioggia del primo pomeriggio, si incanala tra le rocce ed il passatempo locale preferito è quello di lanciarsi in questo scivolo naturale... all'inizio siamo un pò timorosi, ma poi ci divertiamo come... come delle persone che scivolano in un canalone!
E ceniamo pure assieme, mentre io cerco di centellinare essendo ormai quasi sprovvisto di contante.
Questa mattina, barca sovraffollata e corrierina scassata mi riportano a SavuSavu, giacché da qui parte il mio volo per Nadi domani ed, essendo Natale, non ci sarà altro collegamento disponibile tra le due isole.
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inserito il 24/12/2004
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