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NapoOrsoCapo e la cerimonia del kava
Bula!
Ebbene sì: la LP diceva che non si trovano più, ma invece in giro per Viti Levu (l'isola più grande dell'arcipelago delle Fiji... primo compito per casa: ditemi qual è il corretto aggettivo italiano derivato dal sostantivo Fiji, o troverete i miei racconti da qui ricchi di preposizioni semplici!) s'incontrano ovunque personaggi di sesso vario con una capigliatura a metà tra il famoso personaggio su motocicletta e i Jackson 5 (quelli del periodi pre-plastica facciale, per intendersi): cespuglioni di varie dimensioni, e purtroppo anche di vari colori - oggi ho avvistato un rosso ruggine.
Qui fa caldo, ma non solo: l'umidità ti intride i vestiti e i pori cutanei. Ho deciso di alloggiare per un paio di giorni a Nadi (pronuncia: naNdi... non chiedetemi perché appare una consonante in più, magari c'entrano Mike e la sua ruota), giusto per acclimatarmi, e poi darmi ad un giro dell'isola seguito da un pò di esplorazione delle spiagge e dei mari di quelle esterne... mossa astuta, in principio, ma dopo i venti minuti (!) che ho impiegato ad esplorare la città, mi son chiesto se lo era davvero: Hobart, in confronto, era la quintessenza dell'interesse. Intendiamoci: non è che manchi la vita, ce n'è pure troppa (e si fa sentire fino alle 3 di notte nella strada principale, dove tutti paiono essere interessati a sedere sul marciapiede a respirare i fumi di scarico delle auto che passano), ma quanto ad attrattive culturali... figuratevi che il sapiente governo ha spostato l'ufficio del turismo dall'aeroporto (dove pareva utile, forse) ad una ignota ed isolata località in cui non passa nessuno... così, la maggior parte del tempo gli stranieri che giungono qui la passano a cercare di barcamenarsi tra le mille offerte che vengono loro proposte da ogni essere umano che incontrano (e a volte pure dalle capre!).
Lo ammetto, ho tentato pure con un pub-night club ieri sera, dove andavano altri dell'ostello, ma la musica idiota ed a volume altissimo ha fatto cedere i miei neuroni dopo un'ora e mezza.
È andata meglio oggi: dopo una fruttuosa (e verdurosa) visita all'ortomercato, dove ho scoperto la polvere con cui fanno la bevanda nazionale, il "kava" (che i gentili proprietari dell'ostello ci hanno offerto ieri sera, spiegandoci un pò della procedura da seguire, in termini di saluti e frasi benauguranti... il kava, di per sé, sa di sciacquatura di piatti, mista al latte di cocco immaturo... non so se rendo l'idea), ed ho parlato un pò con alcuni venditori - giusto per tranquillizzarli e scattare qualche foto -, ho pigliato un bus locale ed ho raggiunto il più vicino villaggio tradizionale, dove un ragazzo e due sue cugine mi hanno scortato in giro spiegandomi un pò della vita locale (la cosa interessante, che ho scoperto alla fine, è che si tratta del villaggio da cui viene il Presidente della Repubblica delle Fiji,che purtroppo non ha potuto ricevere la mia ambasciata in quanto fuori sede); poi, con le due ragazze, ho proseguito per Lautoka, dove caterve di persone si riversano nei vari negozi e grandi magazzini per fare acquisti al sabato pomeriggio, e dove una delle due ragazze mi ha battuto a biliardo ben due volte... ah, non son più quello di una volta...
Nel frattempo, cerco di schivare le offerte di pesce, e di scoprire le altre delizie della cucina locale, che per fortuna pesca abbondantemente nella tradizione indiana (gli indiani-isolani sono numerosi qui, grazie ad una specie di immigrazione forzata avvenuta all'inizio dello scorso secolo).
Prima di lasciarvi, il secondo compito per casa: qui pare non esistano schede telefoniche iperscontate, e dati i costi delle transoceaniche temo che sarà dura fare gli auguri natalizi... se qualcuno ha tempo, provi a scoprire se esiste in Italia una scheda che, acquistata, tramite un numero internazionale scontato mi permetta di accedere anche da quaggiù (per intendersi: sotto l'euro al minuto ci risparmierei, sotto i 50 centesimi farei i salti di gioia...); io aspetterò trepidando.
E, già che ci sono: dato che mia sorella conferma di voler scodellare la pupa entro dicembre, lancio il concorso "Pesa il mascietto": scrivetemi il peso che pensate avrà alla nascita (la nipote, non mia sorella!), e chi si avvicinerà di più riceverà uno speciale regalo di Natale.
Ebbene sì: la LP diceva che non si trovano più, ma invece in giro per Viti Levu (l'isola più grande dell'arcipelago delle Fiji... primo compito per casa: ditemi qual è il corretto aggettivo italiano derivato dal sostantivo Fiji, o troverete i miei racconti da qui ricchi di preposizioni semplici!) s'incontrano ovunque personaggi di sesso vario con una capigliatura a metà tra il famoso personaggio su motocicletta e i Jackson 5 (quelli del periodi pre-plastica facciale, per intendersi): cespuglioni di varie dimensioni, e purtroppo anche di vari colori - oggi ho avvistato un rosso ruggine.
Qui fa caldo, ma non solo: l'umidità ti intride i vestiti e i pori cutanei. Ho deciso di alloggiare per un paio di giorni a Nadi (pronuncia: naNdi... non chiedetemi perché appare una consonante in più, magari c'entrano Mike e la sua ruota), giusto per acclimatarmi, e poi darmi ad un giro dell'isola seguito da un pò di esplorazione delle spiagge e dei mari di quelle esterne... mossa astuta, in principio, ma dopo i venti minuti (!) che ho impiegato ad esplorare la città, mi son chiesto se lo era davvero: Hobart, in confronto, era la quintessenza dell'interesse. Intendiamoci: non è che manchi la vita, ce n'è pure troppa (e si fa sentire fino alle 3 di notte nella strada principale, dove tutti paiono essere interessati a sedere sul marciapiede a respirare i fumi di scarico delle auto che passano), ma quanto ad attrattive culturali... figuratevi che il sapiente governo ha spostato l'ufficio del turismo dall'aeroporto (dove pareva utile, forse) ad una ignota ed isolata località in cui non passa nessuno... così, la maggior parte del tempo gli stranieri che giungono qui la passano a cercare di barcamenarsi tra le mille offerte che vengono loro proposte da ogni essere umano che incontrano (e a volte pure dalle capre!).
Lo ammetto, ho tentato pure con un pub-night club ieri sera, dove andavano altri dell'ostello, ma la musica idiota ed a volume altissimo ha fatto cedere i miei neuroni dopo un'ora e mezza.
È andata meglio oggi: dopo una fruttuosa (e verdurosa) visita all'ortomercato, dove ho scoperto la polvere con cui fanno la bevanda nazionale, il "kava" (che i gentili proprietari dell'ostello ci hanno offerto ieri sera, spiegandoci un pò della procedura da seguire, in termini di saluti e frasi benauguranti... il kava, di per sé, sa di sciacquatura di piatti, mista al latte di cocco immaturo... non so se rendo l'idea), ed ho parlato un pò con alcuni venditori - giusto per tranquillizzarli e scattare qualche foto -, ho pigliato un bus locale ed ho raggiunto il più vicino villaggio tradizionale, dove un ragazzo e due sue cugine mi hanno scortato in giro spiegandomi un pò della vita locale (la cosa interessante, che ho scoperto alla fine, è che si tratta del villaggio da cui viene il Presidente della Repubblica delle Fiji,che purtroppo non ha potuto ricevere la mia ambasciata in quanto fuori sede); poi, con le due ragazze, ho proseguito per Lautoka, dove caterve di persone si riversano nei vari negozi e grandi magazzini per fare acquisti al sabato pomeriggio, e dove una delle due ragazze mi ha battuto a biliardo ben due volte... ah, non son più quello di una volta...
Nel frattempo, cerco di schivare le offerte di pesce, e di scoprire le altre delizie della cucina locale, che per fortuna pesca abbondantemente nella tradizione indiana (gli indiani-isolani sono numerosi qui, grazie ad una specie di immigrazione forzata avvenuta all'inizio dello scorso secolo).
Prima di lasciarvi, il secondo compito per casa: qui pare non esistano schede telefoniche iperscontate, e dati i costi delle transoceaniche temo che sarà dura fare gli auguri natalizi... se qualcuno ha tempo, provi a scoprire se esiste in Italia una scheda che, acquistata, tramite un numero internazionale scontato mi permetta di accedere anche da quaggiù (per intendersi: sotto l'euro al minuto ci risparmierei, sotto i 50 centesimi farei i salti di gioia...); io aspetterò trepidando.
E, già che ci sono: dato che mia sorella conferma di voler scodellare la pupa entro dicembre, lancio il concorso "Pesa il mascietto": scrivetemi il peso che pensate avrà alla nascita (la nipote, non mia sorella!), e chi si avvicinerà di più riceverà uno speciale regalo di Natale.
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inserito il 04/12/2004
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