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Il suono di Milford
L'ignoranza, da queste parti, abbonda come il riso sulla bocca dei cinesi: a confermarlo, basta leggere uno o due testi scritti nella lingua locale (inglese, intendo... la maori non la capisco ancora), e pescare a piene mani tra gli svarioni...
Ma ignoranti ancor più erano i primi colonizzatori che, trovandosi davanti una regione di fiordi (insenature create dall'avanzare e regredire dei ghiacciai), pensaro bene di identificarli come "Sound", ovvero insenature provocate da fiumi che scorrono verso il mare... questo spiega perché la regione a sudovest dell'isola meridionale si chiama "Fjordland", ma i singoli fiordi si chiamano Milford sound, Doubtful Sound, etc.
Dopo quest'utile prefazione, veniamo al dunque: Milford ed il meno frequentato Doubtful sono meta di innumerevoli crociere, di lunghezza variabile dalle due ore ai 3-4 giorni. Le ragazze, puntando al risparmio, hanno preso una di quelle corte, mentre io, sperando di fare l'affarone, mi son lanciato in una "overnight" (ovvero, partenza al pomeriggio e ritorno la mattina seguente).
Raggiunto il porticciolo di Milford, attraverso vallate stupende con valanghe che potevano venir giù da un momento all'altro, abbiamo parcheggiato il mezzo, stando bene attenti a non calpestare uno dei Kea, i pappagalli arrampicatori che vivono nelle zone montuose della NZ, specialmente nei parcheggi per turisti (indovinate perché?!).
Notte frescolina, poi le ragazze si imbarcano, ed io approfitto delle ore a disposizione per fare un pò di pulizia, un minimo di bucato e una passeggiata lungo la spiaggia sgombra per la bassa marea. Poi ci scambiamo i ruoli: pranzato assieme, sono io che mi parto, sul Milford Wanderer, un bel vascello con tre alberi (che non verranno utilizzati) e 6 membri di equipaggio. Data la bassa stagione, il viaggio è in offerta, e ci sono cmq pochissimi passeggeri, ergo mi godo la mia cabian da 4 (cuccette) da solo ;-)
Zuppina riscaldante, informazioni di sicurezza, poi si accendono i motori: scivoliamo a media velocità lungo il fiordo, per approcciare il Mar di Tasman (quello esterno, costa ovest) approfittando del sole che ci bacia. Diamo uno sguardo alle acque tumultuose, poi rientriamo di un cincinin e prendiamo i kayak, con cui gironzoliamo per una baietta per una novantina di minuti... niente delfini o foche, ma qualche pinguino che buffamente saltella sulle rocce ce lo vediamo. Tornati a bordo, ceno con la simpatica (e carina) direttrice di crociera, sperando di continuare la conversazione dopo cena... speranza vana: al contrario dei normali posti di lavoro, qui più si è in alto più si sgobba, quindi lei trascorre tutta la serata impegnata in mille e più lavori; io, al contrario, leggo un pò e poi esco ad osservar le stelle, col capitano che fa da cicerone (abbastanza buono, cicca solo su Antares definendola l'occhio dello scorpione... in compenso, vedo riconoscendole per la prima volta le due Nubi di Magellano, le due galassie satelliti delle nostra!).
Notte calda e tranquilla, il riscaldamento è acceso e il mare pare una tavola. Al mattino, colazione pantagruelica (basta farsi amica la cuoca, e la doppia fetta di dolce c'è sempre...), poi lenta crociera di nuovo fuori dal fiordo, e attraverso di esso avvicinandosi a 2-3 metri dalle molte cascate che ne bagnano i fianchi. È davvero bello, e rilassante (certo, il ridotto numero di partecipanti, soprattutto di bambini, aiuta...); e le vedute sono spettacolari, in certi punti ti chiedi cosa succederebbe se le due pareti si chiudessero lentamente (effetto tritarifiuti, per chi capisce la citazione cinematografica) schiacciando la nave nel mezzo... ma non succede, e noi ritorniamo al porto alle 9:30 in punto.
Raggiungo il campervan, e partiamo, direzione Invercargill (a sud, molto a sud).
Ma ignoranti ancor più erano i primi colonizzatori che, trovandosi davanti una regione di fiordi (insenature create dall'avanzare e regredire dei ghiacciai), pensaro bene di identificarli come "Sound", ovvero insenature provocate da fiumi che scorrono verso il mare... questo spiega perché la regione a sudovest dell'isola meridionale si chiama "Fjordland", ma i singoli fiordi si chiamano Milford sound, Doubtful Sound, etc.
Dopo quest'utile prefazione, veniamo al dunque: Milford ed il meno frequentato Doubtful sono meta di innumerevoli crociere, di lunghezza variabile dalle due ore ai 3-4 giorni. Le ragazze, puntando al risparmio, hanno preso una di quelle corte, mentre io, sperando di fare l'affarone, mi son lanciato in una "overnight" (ovvero, partenza al pomeriggio e ritorno la mattina seguente).
Raggiunto il porticciolo di Milford, attraverso vallate stupende con valanghe che potevano venir giù da un momento all'altro, abbiamo parcheggiato il mezzo, stando bene attenti a non calpestare uno dei Kea, i pappagalli arrampicatori che vivono nelle zone montuose della NZ, specialmente nei parcheggi per turisti (indovinate perché?!).
Notte frescolina, poi le ragazze si imbarcano, ed io approfitto delle ore a disposizione per fare un pò di pulizia, un minimo di bucato e una passeggiata lungo la spiaggia sgombra per la bassa marea. Poi ci scambiamo i ruoli: pranzato assieme, sono io che mi parto, sul Milford Wanderer, un bel vascello con tre alberi (che non verranno utilizzati) e 6 membri di equipaggio. Data la bassa stagione, il viaggio è in offerta, e ci sono cmq pochissimi passeggeri, ergo mi godo la mia cabian da 4 (cuccette) da solo ;-)
Zuppina riscaldante, informazioni di sicurezza, poi si accendono i motori: scivoliamo a media velocità lungo il fiordo, per approcciare il Mar di Tasman (quello esterno, costa ovest) approfittando del sole che ci bacia. Diamo uno sguardo alle acque tumultuose, poi rientriamo di un cincinin e prendiamo i kayak, con cui gironzoliamo per una baietta per una novantina di minuti... niente delfini o foche, ma qualche pinguino che buffamente saltella sulle rocce ce lo vediamo. Tornati a bordo, ceno con la simpatica (e carina) direttrice di crociera, sperando di continuare la conversazione dopo cena... speranza vana: al contrario dei normali posti di lavoro, qui più si è in alto più si sgobba, quindi lei trascorre tutta la serata impegnata in mille e più lavori; io, al contrario, leggo un pò e poi esco ad osservar le stelle, col capitano che fa da cicerone (abbastanza buono, cicca solo su Antares definendola l'occhio dello scorpione... in compenso, vedo riconoscendole per la prima volta le due Nubi di Magellano, le due galassie satelliti delle nostra!).
Notte calda e tranquilla, il riscaldamento è acceso e il mare pare una tavola. Al mattino, colazione pantagruelica (basta farsi amica la cuoca, e la doppia fetta di dolce c'è sempre...), poi lenta crociera di nuovo fuori dal fiordo, e attraverso di esso avvicinandosi a 2-3 metri dalle molte cascate che ne bagnano i fianchi. È davvero bello, e rilassante (certo, il ridotto numero di partecipanti, soprattutto di bambini, aiuta...); e le vedute sono spettacolari, in certi punti ti chiedi cosa succederebbe se le due pareti si chiudessero lentamente (effetto tritarifiuti, per chi capisce la citazione cinematografica) schiacciando la nave nel mezzo... ma non succede, e noi ritorniamo al porto alle 9:30 in punto.
Raggiungo il campervan, e partiamo, direzione Invercargill (a sud, molto a sud).
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inserito il 08/10/2004
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