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12 ore in aeroporto, ed una tastiera disponibile..
.. Quindi, vi racconto quello che ho fatto negli ultimi giorni.
Dopo un finesettimana passato in montagna ad Otaru, con qualche (pochi) esperantisti più o meno navigati e qualche apprendista (stregone!), sono partito lunedì con Naoto per visitare l'Hokkaido orientale.
Prima tappa: la zona del lago Akan. Raggiunto con una macchinata lunga ma non faticosa (la lunghezza dipende dai limiti di velocità nipponici, assai bassi), e con una sosta lungo le rive del lago Onetto (detto 'dei 5 colorì, anche se purtroppo bisogna passarvi un'intera giornata per vedere gli altri 4!) abbiamo subito visitato il museo locale di ecologia e cultura, dove ho potuto osservare in vasca le "marimo", alghe appallottolate che crescono in circa duecento fino a raggiungere le dimensioni di una palla da baseball (per i trekker: stessa cosa dei "triboli"). Il museo in sé, gratuito, è ben fatto, anche se non tradotto. Camminata sotto una fine pioggerella fino a delle pozze fangose gassose, e poi ricerca veloce di un "minshuku" (locanda a gestione famigliare) per la notte. Cerchiamo un posto dove cenare, ma sono ancora chiusi, e quindi girovaghiamo un po'... finché uno apre, e non ci infiliamo dentro... è costosetto, e Naoto spende un desio in sake, e ne beve talmente tanto da altezzarsi e così tocca a me pagare il conto (iiih, più di 4000 yen... vabbé, gli dovevo qualche pasto...); andiamo poi a vederci la messa in scena di una leggenda Ainu, uno spettacolo sufficientemente interessante e colorato rispetto al resto del villaggio "turistico" in cui è ospitato. Siccome abbiamo ancora un pò di fame, andiamo pure in un'altra locandetta dove, a suon di ali di pollo e pesci cotti alla graticola qualcuno (non dirò chi...) si scola altro sake...
Mah!
La mattina dopo andiamo a costeggiare il lago Kusharo, e poi (con una diversione per andare a vedere una collina interamente ricoperta di fiorellini bianchi e purpurei, in cui i locali disegnano strani simboli ed attirano torme di turisti giapponesi paganti) il lago Mashu, ritenuto il più trasparente del mondo (pare sia stato possibile vedere fino a più di 40 metri!)... beh, magari quando non pioviggina, oggi non è proprio giornata... ergo, tiriamo innanzi, ed andiamo verso il villaggio di Tsurui. Lungo la strada, dato che il tempo si è rasserenato, tentiamo la fortuna, e ci infiliamo in una strada di campagna da cui riusciamo a vedere un bel panorama delle zone umide (come si traduce "wetlands" in italiano? Marcite?), col fiumiciattolo che vi serpeggia in mezzo... raggiungiamo Tsurui, è ancora presto ma non andiamo alla ricerca di gru dalla testa rossa (programma di domani), e ci accodiamo in una locanda in stile altoatesino con una simpatica signora che ci cucina una buona cena... parliamo poi a lungo, e complici gli ennesimi bicchierini di sake riesco a scoprire un pò di cose del chiusissimo Naoto e del suo modo di pensare... sulla cinquantina, si considera attualmente un anarchico, ma conta tra le sue amicizie sia simpatizzanti di destra che di sinistra; ha ospitato ed ospita un sacco di gente nella sua grande casa, per lunghe o brevi permanenze, e si da molto da fare per l'esperanto e la cultura Ainu (il resto, più privato, non ve lo dico! Cicca cicca!).
Ripartiamo mercoledì mattina, alla ricerca di queste benedette gru... ma a Tsurui le vedono solo d'inverno, quando vengono a rifocillarsi, mentre il resto dell'anno lo passano in giro per l'Hokkaido a tirar su famiglia. Proviamo a inseguire le tracce forniteci da dei beneinformati locali, lungo la via visitando un centro con delle belle camminate lignee in mezzo alle marcite (allora, me la date 'sta traduzione???), e finalmente nel giardino di una contadina (che fornisce abbondanti quantità di mais giornaliere) ne vedo due che pascolano beate. Mi avvicino pian pianino per fotografarle, e loro accettano di buon grado sempre mantenendo una distanza di sicurezza. Contenti, ma non soddisfatti, visitiamo nei pressi di Kushiro un centro di allevamento/nidificazione per gru, e qui ne troviamo altre 19 in semilibertà. Ripartiamo, e visitamo un contadino amico di Naoto, il quale ci suggerisce un ostello per la notte, dove ci raggiungerà con la moglie per una bella e buona cena a sei con i gestori; il post è nuovo di zecca, ben fatto e rifinito quasi tutto in legno (lo zio Luciano sarebbe contento di vederlo), la cena come detto è squisita e il biliardo al centro della sala ci permette di passare dei momenti divertenti dopo cena (Naoto nel frattempo si appisola, leggermente alticcio).
Questa mattina abbiamo lasciato l'ostello e, dopo una rapida puntata in una locale officina casearia per comprare un pò di formaggio locale, ed una quasi altrettanto rapida sosta ad Obihiro per provare un famoso piatto locale a base di porco e riso ("butodan"), siamo arrivati all'aeroporto di Chitose in tempo per il mio check-in. Salutato caramente il mio gentile e disponibile amico (dopo tutto, ci siamo fatti un bel pò di chilometri assieme in una settimana), mi sono imbarcato per Hong Kong, da cui domattina prenderò l'aereo per Denpasar (Bali). Film in viaggio: Mystic River (di Clint Eastwood, con Sean Penn e Tim Robbins), consigliato, e la seconda parte del terzo film del Signore degli Anelli con relativi Dietro Le Quinte (a proposito: alla fine Frodo dona il libro a Sam, dicendogli che le ultime pagine rimaste sono per lui... non è che adesso gli eredi di Sam sono ricchissimi per aver venduto i diritti, e Tolkien e" solo un prestanome?)
Dopo un finesettimana passato in montagna ad Otaru, con qualche (pochi) esperantisti più o meno navigati e qualche apprendista (stregone!), sono partito lunedì con Naoto per visitare l'Hokkaido orientale.
Prima tappa: la zona del lago Akan. Raggiunto con una macchinata lunga ma non faticosa (la lunghezza dipende dai limiti di velocità nipponici, assai bassi), e con una sosta lungo le rive del lago Onetto (detto 'dei 5 colorì, anche se purtroppo bisogna passarvi un'intera giornata per vedere gli altri 4!) abbiamo subito visitato il museo locale di ecologia e cultura, dove ho potuto osservare in vasca le "marimo", alghe appallottolate che crescono in circa duecento fino a raggiungere le dimensioni di una palla da baseball (per i trekker: stessa cosa dei "triboli"). Il museo in sé, gratuito, è ben fatto, anche se non tradotto. Camminata sotto una fine pioggerella fino a delle pozze fangose gassose, e poi ricerca veloce di un "minshuku" (locanda a gestione famigliare) per la notte. Cerchiamo un posto dove cenare, ma sono ancora chiusi, e quindi girovaghiamo un po'... finché uno apre, e non ci infiliamo dentro... è costosetto, e Naoto spende un desio in sake, e ne beve talmente tanto da altezzarsi e così tocca a me pagare il conto (iiih, più di 4000 yen... vabbé, gli dovevo qualche pasto...); andiamo poi a vederci la messa in scena di una leggenda Ainu, uno spettacolo sufficientemente interessante e colorato rispetto al resto del villaggio "turistico" in cui è ospitato. Siccome abbiamo ancora un pò di fame, andiamo pure in un'altra locandetta dove, a suon di ali di pollo e pesci cotti alla graticola qualcuno (non dirò chi...) si scola altro sake...
Mah!
La mattina dopo andiamo a costeggiare il lago Kusharo, e poi (con una diversione per andare a vedere una collina interamente ricoperta di fiorellini bianchi e purpurei, in cui i locali disegnano strani simboli ed attirano torme di turisti giapponesi paganti) il lago Mashu, ritenuto il più trasparente del mondo (pare sia stato possibile vedere fino a più di 40 metri!)... beh, magari quando non pioviggina, oggi non è proprio giornata... ergo, tiriamo innanzi, ed andiamo verso il villaggio di Tsurui. Lungo la strada, dato che il tempo si è rasserenato, tentiamo la fortuna, e ci infiliamo in una strada di campagna da cui riusciamo a vedere un bel panorama delle zone umide (come si traduce "wetlands" in italiano? Marcite?), col fiumiciattolo che vi serpeggia in mezzo... raggiungiamo Tsurui, è ancora presto ma non andiamo alla ricerca di gru dalla testa rossa (programma di domani), e ci accodiamo in una locanda in stile altoatesino con una simpatica signora che ci cucina una buona cena... parliamo poi a lungo, e complici gli ennesimi bicchierini di sake riesco a scoprire un pò di cose del chiusissimo Naoto e del suo modo di pensare... sulla cinquantina, si considera attualmente un anarchico, ma conta tra le sue amicizie sia simpatizzanti di destra che di sinistra; ha ospitato ed ospita un sacco di gente nella sua grande casa, per lunghe o brevi permanenze, e si da molto da fare per l'esperanto e la cultura Ainu (il resto, più privato, non ve lo dico! Cicca cicca!).
Ripartiamo mercoledì mattina, alla ricerca di queste benedette gru... ma a Tsurui le vedono solo d'inverno, quando vengono a rifocillarsi, mentre il resto dell'anno lo passano in giro per l'Hokkaido a tirar su famiglia. Proviamo a inseguire le tracce forniteci da dei beneinformati locali, lungo la via visitando un centro con delle belle camminate lignee in mezzo alle marcite (allora, me la date 'sta traduzione???), e finalmente nel giardino di una contadina (che fornisce abbondanti quantità di mais giornaliere) ne vedo due che pascolano beate. Mi avvicino pian pianino per fotografarle, e loro accettano di buon grado sempre mantenendo una distanza di sicurezza. Contenti, ma non soddisfatti, visitiamo nei pressi di Kushiro un centro di allevamento/nidificazione per gru, e qui ne troviamo altre 19 in semilibertà. Ripartiamo, e visitamo un contadino amico di Naoto, il quale ci suggerisce un ostello per la notte, dove ci raggiungerà con la moglie per una bella e buona cena a sei con i gestori; il post è nuovo di zecca, ben fatto e rifinito quasi tutto in legno (lo zio Luciano sarebbe contento di vederlo), la cena come detto è squisita e il biliardo al centro della sala ci permette di passare dei momenti divertenti dopo cena (Naoto nel frattempo si appisola, leggermente alticcio).
Questa mattina abbiamo lasciato l'ostello e, dopo una rapida puntata in una locale officina casearia per comprare un pò di formaggio locale, ed una quasi altrettanto rapida sosta ad Obihiro per provare un famoso piatto locale a base di porco e riso ("butodan"), siamo arrivati all'aeroporto di Chitose in tempo per il mio check-in. Salutato caramente il mio gentile e disponibile amico (dopo tutto, ci siamo fatti un bel pò di chilometri assieme in una settimana), mi sono imbarcato per Hong Kong, da cui domattina prenderò l'aereo per Denpasar (Bali). Film in viaggio: Mystic River (di Clint Eastwood, con Sean Penn e Tim Robbins), consigliato, e la seconda parte del terzo film del Signore degli Anelli con relativi Dietro Le Quinte (a proposito: alla fine Frodo dona il libro a Sam, dicendogli che le ultime pagine rimaste sono per lui... non è che adesso gli eredi di Sam sono ricchissimi per aver venduto i diritti, e Tolkien e" solo un prestanome?)
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Commenti
Il giorno 20/05/2004, Massielena ha scritto...
Il giorno 21/05/2004, Daniele ha scritto...
E chi ha mangiato pesce? ho detto "a suon di...": io ho fagocitato le ali di pollo (3 su 6, in realta').
Grazie per le risate, fanno buon sangue (dicono!).
Solo 6 mm di sake la prima sera, mi e' bastato per il resto del viaggio ;-)
Sam: Daniele pensa ai soldi che gli devi... brucia, la verita', ah, compagno di mille bevute? E, nel frattempo, Sam ha messo su famiglia dopo essere tornato a casa (in inglese, piu' semplicemente, "I'm back")
Grazie per le risate, fanno buon sangue (dicono!).
Solo 6 mm di sake la prima sera, mi e' bastato per il resto del viaggio ;-)
Sam: Daniele pensa ai soldi che gli devi... brucia, la verita', ah, compagno di mille bevute? E, nel frattempo, Sam ha messo su famiglia dopo essere tornato a casa (in inglese, piu' semplicemente, "I'm back")
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inserito il 20/05/2004
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